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mercoledì 11 settembre 2024

PEEK BEHIND THE CURTAIN. Alla galleria MA-EC di Milano, la mostra personale dello street artist Marco Abrate (Rebor), a cura di Chiara Canali.

 


PEEK BEHIND THE CURTAIN

Mostra personale 
di
 Marco Abrate (Rebor) 

cura di Chiara Canali

Con il supporto di Swatch Art Peace Hotel di Shanghai

Dal 18 settembre al 12 ottobre 2024
Opening: Mercoledì 18 settembre ore 18:00

MA-EC Gallery - Milano



La galleria MA-EC di Milano inaugura la sua stagione espositiva 2024/25 con la mostra personale dell’artista Marco Abrate, intitolata PEEK BEHIND THE CURTAIN, a cura di Chiara Canali e in programma dal 18 settembre al 12 ottobre 2024.

 

Classe 1996, conosciuto nell’ambito della Street Art con lo pseudonimo "Rebor", Marco Abrate ha concepito l’idea della sua mostra nel 2023 durante la residenza artistica presso lo Swatch Art Peace Hotel di Shanghai (Cina), che qui supporta il progetto.

 

Il presupposto fondamentale da cui ha origine la nuova ricerca di Marco Abrate è che la generazione dei “Millennials” (a cui lo stesso artista appartiene) si caratterizza per un maggior utilizzo delle tecnologie digitali e per una estrema familiarità con i social media; i suoi attori esibiscono sé stessi, le proprie relazioni e i propri sentimenti per la telecamera, riflettendo una condizione di sovraeccitazione mediatica e di consumo su larga scala. La dimensione online sta radicalmente cambiando il modo di vivere la realtà stessa, non solo la fruizione dell’arte e delle sue immagini, ma anche la percezione di sentimenti privati come l’amore.

 

In una società completamente dominata dalla “spettacolarizzazione” dei mezzi di comunicazione, dalla “sovraesposizione” mediatica delle emozioni, dalla fruizione veloce delle immagini digitali, il progetto “Peek Behind The Curtain” di Marco Abrate vuole ribaltare il concetto odierno di esposizione.

Innanzitutto l’autore ricostruisce la “cornice di finzione materiale, tecnologica, istituzionale” (Boris Groys) nel quale le opere devono essere fruite. La galleria non è più un white cube ma viene trasformata in una vera e propria abitazione da vivere e percorrere: le stanze fungono da ambienti domestici quali il salotto, la camera da letto, il giardinetto privato. La condizione di finzione viene subito svelata nella prima sala dove una tenda rosa (colore che ritorna in tutta la produzione dell’artista come tratto distintivo), teatrale, funge da quinta scenica.



 

L’intera mostra è costruita sul registro del mistero, del segreto, del disvelamento: le quindici opere pittoriche, realizzate dall’artista, oltre ad essere state esposte sulle pareti, sono state celate all’interno di questo set architettonico e lo spettatore è chiamato a uscire dall’apatia del suo stato di fruitore passivo, per vivere in diretta un’esperienza partecipativa e immersiva.

 

Come se si trattasse di una caccia al tesoro, i quadri devono, infatti, essere cercati e ritrovati dallo spettatore stesso, il quale deve aprire le ante degli armadi, frugare nei cassetti, sdraiarsi sul futon per scoprire le opere d’arte che sono state disseminate nello spazio della galleria.

La fusione tra mondo analogico e digitale che permea la nostra esistenza si manifesta nella presenza di opere d’arte sia fisiche, nascoste nei cassetti, negli armadi e sugli scaffali, sia virtuali, fissate sullo schermo di un tablet o di uno smartphone, che lo spettatore può rinvenire tra gli arredi solo se presta ulteriormente attenzione ai particolari della installazione.

Così l’artista racconta il suo progetto espositivo: “Ogni mostra è un'architettura del tempo, dove l'idea si dissolve e si ricostruisce, stratificandosi tra passato e futuro. Dietro ogni dettaglio si nasconde una visione: trasformare ciò che si immagina in qualcosa di tangibile, esplorando la tensione tra realtà e finzione. È un processo di erosione e scoperta, dove il pensiero diventa materia e l'invisibile si rende visibile”.

 

Dichiara la curatrice Chiara Canali: “Se, apparentemente, la mostra risulta essere un viaggio tangibile e da realizzare concretamente e in prima persona, alla scoperta diretta delle opere dell’artista, in realtà racchiude una potente metafora concettuale su un tema che sta profondamente a cuore all’artista: l’Amore. Rebor si interroga sul significato dell'Amore nell’era del Web 3.0 e dei suoi tumultuosi cambiamenti tecnologici: oggi l’amore, secondo l’artista, non viene più vissuto nei suoi aspetti di mistero, segreto e tenerezza, ma le relazioni si riducono a tre elementi: immediatezza, velocità e visibilità. Per questo motivo il dispositivo scenico creato dall’artista per introdurre il visitatore al centro delle sue opere e delle sue tematiche si appella a tre caratteri diametralmente opposti: attesalentezza, segretezza”.

 

La mostra sarà accompagnata da un catalogo, edito dalla galleria, con un intervento dell’artista, il testo critico della curatrice Chiara Canali e la sezione iconografica delle opere. La mostra è resa possibile grazie al supporto di Swatch Art Peace Hotel di Shanghai.

Con Peek behind the curtain, MA-EC Gallery aderisce alla ventesima giornata del contemporaneo AMACI  del 12 ottobre 2024.

 

In occasione della mostra, il 7 ottobre dalle ore 17:00 alle 18:00  si terrà un talk dal titolo "Come abitiamo l'amore oggi?" moderato dalla curatrice Chiara Canali. 

L'evento vedrà la partecipazione dello psicoanalista e saggista Massimo Recalcati, di Carlo Giordanetti, CEO dello Swatch Art Peace Hotel, e dell'artista, che dialogheranno sulle diverse visioni tra arte, impresa e scienza. 

Per informazioni sulla sede del talk, vi invitiamo a seguire le pagine Instagram di MA-EC maecgallery e di Marco Abrate  marco.rebor


 

BIO

Marco Abrate, noto come Rebor nel mondo della street art, è un artista nato nel 1996. Si avvicina all'arte durante il periodo del liceo, quando scopre di essere dislessico, trasformando quella che poteva sembrare una difficoltà in una spinta creativa unica. Le sue opere fondono abilmente concretezza e illusione, riflettendo sulla percezione e sull'uso della tecnologia nei contesti contemporanei.

Marco Abrate racconta il presente attraverso la creazione di muri di cemento, ornati da frammenti di intonaco che nascondono immagini da scoprire. Questo processo richiama il fenomeno della pareidolia, dove lo spettatore è invitato a identificare forme nascoste.

Nel corso della sua carriera, Rebor ha ricevuto numerosi riconoscimenti e ha partecipato a prestigiose esposizioni internazionali. Nel 2021, ha presentato la mostra personale "Hidden Images" curata da Giorgio Bonomi presso Hub Art Gallery di Milano. L'anno successivo, è stato vincitore nella sezione Street Art alla 59ª Esposizione Internazionale d'Arte di La Biennale di Venezia, dove ha anche realizzato un'opera su commissione per la facciata della Città di Venezia Mestre, in collaborazione con La Biennale stessa. Nel 2023, alcune delle sue opere sono state acquisite dal Museo Ca’ Pesaro di Venezia, e nello stesso anno è stato selezionato per una residenza di tre mesi presso il prestigioso Swatch Art Peace Hotel di Shanghai. 

 




INFO E CONTATTI



MA-EC Gallery
Palazzo Durini, via Santa Maria Valle 2, Milano
Tel: +39 02 3983 1335 - Email: info.milanart@gmail.com

ORARI
Martedì-Venerdì ore 10-13 e 15-19
Sabato ore 15-19


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