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mercoledì 4 maggio 2016

Cinque modi di sopravvivere continuando a parlare. Il teatro di Deflorian/Tagliarini dal 9 al 16 maggio.



Elfo Puccini/Casa Boschi Di Stefano | 9/16 maggio

Cinque modi di sopravvivere continuando a parlare
Il teatro di Deflorian/Tagliarini

Una retrospettiva di cinque titoli dedicata alla coppia di autori, registi e performer Daria Deflorian e Antonio Tagliarini: Cinque modi di sopravvivere continuando a parlare.

Si inaugura con il lavoro che li ha visti collaborare per la prima volta Rewind - omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch (2008).
Poi tocca a Reality, per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012, uno spettacolo creato in parallelo con l’installazione/performance czeczy/cose. Qui l’oggetto da cui partono sono i quaderni di Janina Turek, donna polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente ‘i dati’ della sua vita: quante telefonate aveva ricevuto e chi aveva chiamato (38.196); dove e chi aveva incontrato per caso e salutato con un “buongiorno” (23.397); quanti appuntamenti aveva fissato (1.922)… «realtà, reality senza show, senza pubblico. Essere anonimi e unici. Speciali e banali. Avere il quotidiano come orizzonte».
Terzo titolo Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni (Premio Ubu 2014 come novità italiana), tratto dalle pagine iniziali del romanzo L’esattore dello scrittore greco Petros Markaris, scritto nel 2011.
Infine Il posto, una performance ambientata nella Casa Museo Boschi Di Stefano che ospita, a due passi dall’Elfo Puccini, una straordinaria collezione di opere d’arte del ‘900.


9 - 10 maggio sala Fassbinder, ore 21.00
Rewind - omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch
uno spettacolo di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
produzione A.D. con il contributo dell’Imaie


«Le sedie e le presenze che danzavano in quel Cafè Müller, ovvero gli artisti storici di Bausch, le lampadine improvvise e i falli della memoria («ma forse io dal vivo non so se l'ho visto»), le musiche storiche dello spettacolo che scandiscono ora i ricordi personali e privatissimi dei due sulla scena, la presenza di una danzatrice/totem in tutù, insieme a tanti altri momenti, disegnano una autobiografia collettiva sincera e struggente, ambigua e inquietante. Come è spesso il teatro, e in particolare quello della grande maestra di tutti, santa Pina da Wuppertal».
Gianfranco Capitta, il Manifesto

11 - 12 maggio sala Fassbinder, ore 19.30
Reality
a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł Reality
traduzione di Marzena Borejczuk, Nottetempo 2011
ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
disegno luci Gianni Staropoli
produzione A.D., Festival Inequilibrio/Armunia, ZTL-Pro con il contributo della Provincia
di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali
PREMIO UBU 2012 Daria Deflorian - Migliore attrice protagonista

«A chi vuole capire il teatro che si fa oggi, a chi vuole avere un'idea del teatro che si farà nei prossimi anni suggerirei di non perdere lo straordinario Reality, lo spettacolo che Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno tratto da un materiale di per sé già alquanto insolito: i 748 quaderni in cui una donna polacca, Janina Turek, ha annotato ossessivamente per circa mezzo secolo (...)
Un folgorante linguaggio teatrale, indiretto, doppiamente trasversale in quanto i diari cui si ispira non sono che una mera elencazione di fatti, di date, senza aggiunte di pensieri o sentimenti personali, e in quanto molte delle situazioni evocate dal copione sono del tutto inventate.
Perché questa riflessione a ruota libera, informale, senza un'apparente struttura drammaturgica, è tanto efficace? Perché ribalta le normali prospettive, illumina episodi che parrebbero trascurabili – la rottura del telecomando è un momento assolutamente straziante – e lascia in secondo piano aspetti forse decisivi, l'abbandono da parte del marito, l'avvento del regime comunista, appena accennati, ma proprio per questo caricati di un enorme risalto allusivo. Così, a suo modo, per vaghi indizi, per frammenti fa emergere pur sempre l'acre ritratto di una persona, un livido spaccato di solitudine e di dolore».
Renato Palazzi, Il Sole 24 ore

sala Fassbinder, ore 21.30
Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni
ispirato a un’immagine del romanzo di Petros Markaris “L’esattore”
un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
con Daria Deflorian, Monica Piseddu, Antonio Tagliarini e Valentino Villa
collaborazione al progetto Monica Piseddu e Valentino Villa
luci di Gianni Staropoli
una produzione A.D. in coproduzione con Teatro di Roma / Romaeuropa Festival 2013 / 369 gradi
PREMIO UBU 2014 Novità italiana o ricerca drammaturgica

«Il nuovo lavoro di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini in collaborazione qui con Monica Piseddu e Valentino Villa. Anzi, che “non parte”, perché lo spettacolo inizia con l’ammissione di un fallimento: l’impossibilità di mettere in scena questa storia, che anche se inventata (è tratta dall’incipit di un romanzo giallo di Petros Markaris) tratteggia in modo incredibilmente preciso il nodo di disperazione che si avvita nelle biografie dei cittadini più poveri dell’Europa erosa dalla crisi economica. Di quel “vero”, sembrano dire i quattro attori, non si può parlare. Non lo si può fare con i mezzi dello spettacolo, cercando di costruire il drammatico attraverso il retorico, cercando la celebrazione nella scontata adesione “politica” del pubblico, nei meccanismi di un dramma che essendo confratello della nostra attuale condizione – l’Italia finirà come la Grecia? – non può che far leva sulle nostre insicurezze quotidiane».
Graziano Graziani, www.wordpress.com

13 - 14 maggio sala Fassbinder, ore 19.30, 20.45 e 22.00
rzeczy/cose
a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł Reality
traduzione di Marzena Borejczuk, Nottetempo 2011
ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
disegno luci Gianni Staropoli
produzione A.D., Festival Inequilibrio/Armunia, ZTL-Pro con il contributo della Provincia
di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali

«Cogliamo, nell’accumulo, nel rimando a quella donna polacca, il passare della vita, degli oggetti con cui l’attraversiamo, dei suoi sentimenti, con un rimpianto senza enfasi, con emozioni trattenute nel riconoscimento che ognuno di noi è percorso da fantasmi senza lenzuolo bianco e senza catene: solo da uno scorrere continuo di giochi, abiti, immagini, piatti, bicchieri, attività, che la memoria può tornare a estrarre da polverosi depositi, senza speranza che qualcosa torni al proprio posto, nel nostro continuo, effimero accumulare e passare. Teatro delle cose, teatro della struggente, banale realtà quotidiana».
Massimo Marino, in Controscene, blog su Il Corriere della Sera

15 - 16 maggio, Casa Boschi Di Stefano, ore 19.00, 20.15 e 21.30
 Il posto
site-specific
all’interno del progetto Il cielo non è un fondale – Il paesaggio protagonista
una performance di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
collaborazione artistica di Rocco Manfredi
per STANZE, esperienze di teatro d’appartamento
ideato e realizzato da Alberica Archinto e Rossella Tansini

Sono due gli elementi che danno forma alla performance: il testo costruito su testimonianze e ricordi e la relazione con il “posto” del titolo. Come affermano gli autori, “qualcosa di più (o di meno) di un luogo”, dove ogni dettaglio assume significato. Lo sguardo dello spettatore, che – dal salone d’angolo con il doppio bow-window caratteristico dell’architettura di Piero Portaluppi – abbraccia le due ali dell’appartamento con quadri tanto celebri da costituire già un “paesaggio mentale” della modernità novecentesca, viene ulteriormente sollecitato dal continuo richiamo a scenari lontani, grazie a un estro immaginifico notevole che si coniuga al registro quotidiano e credibile dell’interpretazione. […] La quotidianità di un tempo della coppia Boschi Di Stefano prende forma fino a coinvolgere tutti i sensi: l’odore d’olio delle tele, la poltrona consumata, i pranzi con Fontana. Il percorso di messa in scena della realtà, già visto in Reality e nell’intera Trilogia dell’Invisibile, si allontana sempre più dall’idea di rappresentazione per farsi tangibile e identificarsi addirittura in uno spazio tempo che non appartiene al mondo della finzione. L’intimità della pareti domestiche e l’umanità di due vite “eccezionali” e lontane diventano figure vicine e autentiche che, nella relazione con lo sfondo, si spogliano della freddezza museale e avvicinano il pubblico a un luogo imbalsamato e da molti dimenticato.
Francesca Serrazanetti e Sara Sullam, www.stratagemmi.it





Luoghi:
Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano
Fondazione Boschi Di Stefano, via Jan 15, Milano
Prezzi: Intero 30.50 € - Ridotto 16 € - Martedì 20 €
Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org

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