Rebecca Agnes | The citizen of the wrong planet |
Dal 5 febbraio al 9 marzo 2013, presso gli spazi espositivi della galeria Artopia di Milano, si terrà la mostra dei tre giovani artisti italiani Rebecca Agnes, Caterina Nelli e Stefano Romano
dal titolo Io sono quello che noi siamo.
I lavori esposti nei due piani della galleria, utilizzando linguaggi e tecniche differenti, propongono una
lettura del concetto di identità che prende avvio dalla considerazione che non esiste individualità senza
appartenenza: a una società, a un sistema culturale, a un gruppo, a una famiglia, a un luogo. Io sono
quello che noi siamo perché è solo nel continuo confronto tra noi e l’altro che si forma l’identità, la
coscienza della propria unicità.
Rebecca Agnes presenta una serie di tre ricami su tela: tre disegni di paesaggi immaginari, città
fantastiche e quasi fantascientifiche che si sovrappongono e sono complementari alle parole riportate
sulla stoffa. Si tratta di storie non viste, non conosciute, racconti senza un io narrante, che quindi non
hanno lasciato alcuna traccia e in quanto tali non sono mai accadute, come appunto suggeriscono le
parole della Raccontami (2006)
Rebecca parla dell’impossibilità di esistere se non sotto lo sguardo di un’altra persona, della necessità e quasi dell’urgenza delle relazioni.
Ciò che si vede, che ricordiamo, che è documentato è reale ma allo stesso tempo la realtà sfugge alla
logica perché ci sono cose la cui esistenza non possiamo nemmeno immaginare. Si tratta quindi di una
identità che cerca di affermarsi e ridefinirsi sotto uno sguardo nuovo e differente.
Per Stefano Romano invece l’identità rappresenta “l’idea di appartenenza e allo stesso tempo di unicità di un essere umano”. E’ il bisogno di sicurezza che l’uomo si costruisce intorno identificandosi all’interno di un gruppo sociale e contemporaneamente affermando la propria unicità e individualità. Solo attraverso la condivisione e il confronto con le persone e i luoghi che ci circondano l’uomo può costruire il proprio Io. Come nell ‘opera Movements#2 – Looking for a family (2012): in questa serie di fotografie l’artista ha fatto realizzare un quadrato in ferro rosso che ha posizionato in un punto della città (Piazza Oberdan a Milano) e ha poi chiesto ad alcuni passanti di entrare all’interno di questo quadrato e farsi fotografare con lui. In questi lavori Stefano utilizza il concetto di casa come metafora di famiglia, quindi un gruppo sociale, e il quadrato rosso come limite architettonico, quello spazio fisico dove nascono e si sviluppano i rapporti. Ogni foto rappresenta l’artista con altre 3 persone che lui definisce “famiglie trovate” quindi sviluppa una riflessione che sottolinea l’urgenza del confronto, della relazione con l’altro.
Per Stefano Romano invece l’identità rappresenta “l’idea di appartenenza e allo stesso tempo di unicità di un essere umano”. E’ il bisogno di sicurezza che l’uomo si costruisce intorno identificandosi all’interno di un gruppo sociale e contemporaneamente affermando la propria unicità e individualità. Solo attraverso la condivisione e il confronto con le persone e i luoghi che ci circondano l’uomo può costruire il proprio Io. Come nell ‘opera Movements#2 – Looking for a family (2012): in questa serie di fotografie l’artista ha fatto realizzare un quadrato in ferro rosso che ha posizionato in un punto della città (Piazza Oberdan a Milano) e ha poi chiesto ad alcuni passanti di entrare all’interno di questo quadrato e farsi fotografare con lui. In questi lavori Stefano utilizza il concetto di casa come metafora di famiglia, quindi un gruppo sociale, e il quadrato rosso come limite architettonico, quello spazio fisico dove nascono e si sviluppano i rapporti. Ogni foto rappresenta l’artista con altre 3 persone che lui definisce “famiglie trovate” quindi sviluppa una riflessione che sottolinea l’urgenza del confronto, della relazione con l’altro.
Stefano Romano | Movements#2_Looking for a family |
Infine Caterina Nelli propone alcuni lavori fotografici in cui il concetto di identità è fortemente legato alla
presenza di un osservatore esterno. I suoi lavori infatti si presentano come una serie di istanti
sovrapposti, catturati da una sorta di discreto occhio umano che inquadra il soggetto e grazie a un tempo
di esposizione prolungato ne percepisce l’individualità offrendo una sua interpretazione.
Come afferma l’artista stessa “Dittico I (2010) nasce dalla necessità di poter percepire
contemporaneamente le due tracce di una stessa memoria temporale”. L’opera si compone di due lavori
in cui l’artista crea un dialogo diretto tra pittura e fotografia: da un lato Forgetmenot una grande
composizione di istantanee notturne ‘automatiche’ stampate su carta baritata, smaltata e usurata dal
tempo, riprese nel corso di tre anni senza guardare nell’obiettivo quindi cercando di catturare gli attimi e
dall’altro il dipinto EuroFun II realizzato contemporaneamente alle istantanee in cui l’artista cerca di
organizzare su una superficie pittorica rigorosa alcuni strati di colore stesi in maniera del tutto irregolare.
Caterina Nelli | Forgetmenot |
Rebecca Agnes
Nata a Pavia nel 1978, vive e lavora a Berlino.
Mostre personali: 2012 Planeten, VBM 2O.1O contemporary art and design, Berlin; 2011 Urania, Lithiumproject,
NOTgallery, Naples; Geschwister, curated by Barbara Fragogna, KHtacheles NEW gallery, Berlin; 2010 Luoghi che non
esistono più, Artopia, Milano; 2008 The Big Bean that landed on Earth, Galerie Davide Gallo, Berlino; 2006 Where
Pods grow before falling on Earth, Galerie Davide Gallo, Berlino; 2003 Le Città Che Ci Aspettano, a cura di Gabi
Scardi, Viafarini, Milano.
Mostre collettive selezionate: 2012 CROSSING OVER frequenze di ricombinazione, a project by Sasha Vinci,
CLANG, Scicli. Italy; FLASHFORWARD 5, curated by VisualContainer [.BOX] Videoart Project Space, Milan;
VIDEOsincracy, curated by Silvia Valente, Luca Basilico e C.A.R.M.A., Limiti inchiusi arte contemporanea,
Campobasso.Italy; ARTEVIDEO on the road, curated by Lino Strangis and Veronica D'Auria, IMPULSI and C.A.R.M.A.,
San Lorenzo Estate, Rom; VEKTORIELL, curated by Fabio Campagna, Corpo 6 Gallery, Berlin; ESPERIMENTA, seeds in
progress, curated by Chiara Boeri and Silvano Arcidiacono. International Melzo Film Festiva, Italy; ITaliens | junge
italienische Kunst aus Berlin, curated by Alessandra Pace ande Marina Sorbello, Volkswagen Pavillon, Wolfsburg;
PIXEL. La nuova generazione della videoarte italiana, curated by Giovanni Viceconte, San Benedetto del Tronto, Ascoli
Piceno. Italy; 2011 ITaliens, junge Kunst in der Botschaft, curated by Alessandra Pace and Marina Sorbello.
Ambasciata Italiano , Berlin. SWEET SHEETS IV, only works on paper, Zelle Arte Contemporanea, Palermo; Valie Plus -
pocket archive at The Hamburg Feminist Zine Action Day curated by Bildwechsel, Hamburg; F for Fake, curated by
Massimo Sgroi, Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, Caserta. Italy; 2010 Qui Vive? 2nd Moscow
International Biennale for Young Art, Mosca; Impresa pittura a cura di Raffaele Gavarro e Claudio Libero Pisano, CIAC
– Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Castello Colonna di Genazzano, Roma; Libri d'Artista dalla collezione
Consolandi 1919-2009 a cura di Giorgio Maffei e Angela Vettese, Palazzo Reale, Milano; Catodica V. Rassegna
internazionale di videoarte a cura di Maria Campitelli. Teatro Miela, Trieste.
Caterina Nelli
Nata a Roma neel 1979.
Vive e lavora a Roma
Mostre personali: 2007 Still stories Long portraits, Archivio di Stato, Sant’Ivo alla Sapienza, Roma; 2006 Bit - La
Resa, Fondazione Adriano Olivetti, Roma.
Mostre collettive: 2012 Re-Generation - Museo MACRO, Roma; 2011 Quiet like a lake - uno su nove Gallery, Roma;
When in Rome - Italian Cultural Institute, Hammer Museum, Ant Lexart, Los Angeles; Ariane de Rothchild Prize -
Palazzo Reale, Milano; 2010 Mostra Nazionale di fotografia - MUSINF, Museo Comunale d’Arte Moderna
dell’Informazione Fotografica, Senigallia; Le Danse Macabre - Fondazione NOMAS, Roma; 2009 Eppur si muove -
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba; Eppur si muove - Fondazione Edoardo Garrone, Palazzo
Ducale, Genova.
Stefano Romano
Nato a Napoli nel 1975.
Vive e lavora tra Bergamo e Tirana (Albania).
Co-fondatore del collettivo artistico architettonico, studio203.
Mostre personali: 2012 Memoria collettiva, microgallery, Tirana; 2011 would you stay a little longer? / a do të rrish
edhe pak?, galeri zeta, Tirana; Sliding About / on display, galleria CHAN, Genova; 2010 My sunset diary, stefano
romano per, appartamento privato [casa di Erica], Bergamo; Stuck in a paradox, I start to shave myself, galleria
CHAN, Genova; 2009 Tremilaseicentocinquantagiorniunalinea, Careof, Milano, a cura di Chiara Agnello e Alessandra
Pioselli; 2008 Segmenti.1 - 220, galleria Placentia Arte, Piacenza; 2006 One day works, galleria neon>campo base,
Bologna, pres. da Nerina Ciaccia e Keti Shehu; 2003 Bookshop, GAMeC spazio palestra, Bergamo, a cura di Giacinto di
Pietrantonio e Alessandro Rabottini; Incroci, galleria alice & altri lavori in corso, Roma, a cura di Domenico Nardone;
2002 Vuoi giocare?, galleria alice & altri lavori in corso, Roma, a cura di Domenico Nardone.
Mostre collettive: 2011 In esplorazione, Galleria Martano, Torino, a cura di Liliana De Matteis e Libri Aparte; 54°
Biennale di Venezia – Trieste Contemporanea, Arsenale, Trieste, Italia, a cura di Giuliana Carbi Jesurun; 54° Biennale
di Venezia – Padiglione Accademie, Arsenale, Tese di San Cristoforo, Venezia; Le cose preziose, Archiviazioni –
Laboratorio di Arte e Architettura, Lecce; Images for tomorrow, Fondazione l’Arsenale, Iseo, a cura di Davide
Tranchina; 2010 My favourite things, l’archivio sottobosco in mostra, galleria contemporaneo, Mestre, a cura di
archivio sottobosco; Open city / città aperta, affissioni pubbliche, Modena, a cura di Amazelab; What’s about Italy,
all’interno di forwardlooking, Macro Future, Roma, a cura di Francesca Sandrini; Zooincittà, facciate dei palazzi di via
Roma, Cuneo, a cura di Michela Sacchetto; 2009 4 ways to, Zenit gallery, Tirana, evento satellite della 4° ed. della
Biennale di Tirana, in collaborazione con Libri aparte; Nopasswd festival, laboratorio sociale Buridda, Genova, a cura di
gruppo estraneo permanente e nopasswd; New Italian Epic, Brown project space, Milano, a cura di Andrea Bruciati.
Artopia
Artopia copre un ampio programma curatoriale che include sia nuovi media (fotografia, video,
installazione, performance) sia media più tradizionali (disegno, pittura, scultura).
Sin dall’inizio della sua attività nel 2001, la galleria ha proposto figure emergenti del panorama artistico
italiano ed internazionale che hanno realizzato importanti progetti site specific quasi sempre integrati con
la quotidianità dell’ ex abitazione attigua, instaurando in tal modo una dinamica interessante tra queste
due dimensioni.
Nel corso della sua attività sono state numerose le collaborazioni con spazi pubblici e privati come
Viafarini, il Centro Culturale Svizzero, Lambretto Art Project, tutti a Milano, la Fondazione Adriano Olivetti
a Roma, la Fondazione Fotografia Europea a Reggio Emilia, Palazzo Riso a Palermo, il Museo di Fotografia
di Salonicco, la galleria Peter Kilchmann di Zurigo, la galleria Stux di New York, la Kerlin Gallery di
Dublino.
Nel 2012 Artopia inaugura in una veste architettonica rinnovata dallo studio di architettura barreca & la
varra: con l’ annessione di un secondo livello si stacca in modo definitivo dalla dimensione abitativa
sviluppandosi autonomamente all’interno di uno spazio verticale e più compatto.
I due ambienti, entrambi dotati di un ingresso autonomo ma in dialogo tra di loro, conferiscono ad
Artopia freschezza e versatilità e consentono una maggiore articolazione dei progetti espositivi.
Da tutto ciò nasce uno spazio nuovo che si modella intorno a ciascuna proposta e si apre ad un ampio
ventaglio di possibilità e suggestioni culturali.
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