Nyctografie.
Scritture tra il visibile e l’invisibile
Stefano Cumia | Nunzio | Turi Rapisarda
a cura di Helga Marsala
Stefano Cumia | Nunzio | Turi Rapisarda
a cura di Helga Marsala
Inaugurazione: sabato 23 settembre 2017 ore 18
Dal 26 settembre al 18 novembre 2017
“Chiunque
abbia avuto, come spesso ho fatto io, la necessità di uscire dal letto
alle 2 del mattino in una notte invernale, accendere una candela, e
appuntarsi alcuni pensieri che avrebbe altrimenti dimenticato, converrà
con me quanto scomodo possa essere…”
[Lewis Carroll, da una lettera alla rivista The Lady, ottobre 1891]
[Lewis Carroll, da una lettera alla rivista The Lady, ottobre 1891]
RizzutoGallery (via Maletto 5, Palermo) è lieta di presentare “Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile”, una mostra a tre voci che vede a fianco Stefano Cumia, Nunzio e Turi Rapisarda, a cura di Helga Marsala, che sarà inaugurata sabato 23 settembre 2017 alle ore 18, e resterà visitabile fino al 18 novembre, dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 20.00.
Stefano Cumia,
artista palermitano con base a Milano, classe 1980, tra i più raffinati
e interessanti esponenti della nuova astrazione pittorica italiana; un
maestro come Nunzio (1954,
Cagnano Amiterno, Abruzzo), tra le voci italiane più autorevoli nel
campo delle scultura, riconosciuto fin dagli Anni Ottanta a livello
internazionale; Turi Rapisarda,
catanese di nascita, torinese d’adozione, talentuoso sperimentatore
della fotografia, con una lunga carriera da outsider, fra traguardi
professionali e spazi d’indipendenza. Le opere dei primi due, inedite,
sono realizzate ad hoc per il progetto; quelle di Rapisarda appartengono
a un ciclo del 2011 raramente esposto.
La mostra, che accosta tre linguaggi diversi (pittura, scultura, fotografia), sul filo di una stessa atmosfera umbratile e
di una serie di riflessioni comuni sui meccanismi della visione, è
parte di una ricerca curatoriale in corso, intorno alla relazione tra
visibilità e invisibilità nel processo di formazione, nei percorsi di lettura e nello statuto concettuale dell’immagine.
Col termine “nyctography” (letteralmente “scrittura notturna”) Lewis Carroll,
autore del leggendario “Alice nel paese delle meraviglie”, aveva
battezzato una sua invenzione utile a fronteggiare quell’esigenza – così
diffusa fra gli scrittori - di prendere appunti nel cuore della notte,
sul filo di un’improvvisa ispirazione. Si tratta di un sistema di
scrittura collegato a un “nyctografo”, piccola griglia ricavata da un tassello rettangolare di legno, i cui intagli servono
da guida nel buio: una sorta di alfabeto astratto fatto di punti e
linee, messo a punto da Carroll circa 60 anni dopo l’invenzione del
linguaggio Braille. Scrittura in codice, dunque, da appuntare a occhi
chiusi e trascrivere sul foglio il giorno dopo.
Da
qui si dipanano una serie di suggestioni, per un viaggio simbolico e
mentale lungo quello spazio notturno che è metafora di una visione
altra, inattesa, radicale, cangiante: spazio di segni, forme, tracciati,
soglie, buchi, velature, cecità e illuminazioni, scritture visive o
testuali.
Nella serie di ritratti di Rapisarda dal titolo Unt Hitler
(2011) i soggetti sono immersi in un’oscurità teatrale, quasi
beckettiana, intenti a schermarsi da una luce invadente, che è
denudamento, sistema di controllo e macchina spettacolare, per
un’impropria “uscita dal margine, dall’intimo, dall’autentico, dal differente”.
Passaggio netto dalla figura umana ai dipinti quasi monocromi di Cumia,
fatti di tracce, gradienti, velature: l’immagine qui impone all’occhio -
nell’assoluto contrasto tra la luce e il buio – “la
necessaria disciplina per imparare a scorgere il nero nel nero, il
bianco nel bianco, ma anche il segno e il colore celati nell’uno o
nell’altro”.
Infine le opere di Nunzio, astrazioni imponenti che aprono spazi di
visibilità nel nero profondo e linee d’invisibilità nella tramatura dei
materiali, tra l’articolazione di forme dispiegate in orizzontale e la
testimonianza di ciò che la forma stessa era, col suo trasmutare: “L’oggetto
plastico porta con sé la memoria indefinita dei materiali, dei luoghi
d’origine, del primo sguardo e del prossimo, del non finito e
dell’irrisolto”.
RIZZUTOGALLERY
Palermo, via Maletto, 5 - Palermo
091. 7795443 - 347.1769901
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