12 - 17 gennaio, sala Shakespeare
DECAMERONE
vizi, virtu, passioni
liberamente tratto dal Decamerone
di Giovanni Boccaccio
adattamento teatrale e regia di Marco Baliani
con Stefano Accorsi
e con Silvia Ajelli, Salvatore
Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
luci Luca Barbati
produzione Nuovo Teatro
Portare in teatro la lingua di tre
grandi italiani Ariosto, Boccaccio, Machiavelli, sfidando la complessità delle
loro opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni,
dei loro azzardi, delle loro intuizioni. Questo è il PROGETTO GRANDI ITALIANI
di Marco Baliani, Stefano Accorsi, Marco Balsamo che, dopo l'Orlando furioso, hanno messo in scena il
Decamerone (debuttato nel dicembre
2014) e prossimamente proporranno Il
principe.
Sulla scena è parcheggiato un
carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a
mettere in scena l’opera. La modularità̀del carro favorirà la messa in scena di
sette novelle del Decamerone,
permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni
necessarie alle storie che si vanno a narrare.
Una grande passione anima la compagnia,
ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, gli attori si
alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte
teatrale.
Le storie servono a rendere il mondo
meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta
faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo,
l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora
vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si
principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano
dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose,
purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con
denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune
novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro
vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti,
le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento
dei più deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un
civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio
attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori
linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia,
che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste
ci avvilisce.
Per raccontarci storie che ci rendano
più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui
ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello.
Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle
strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi,
sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia
di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo e che, per
liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze,
riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti.
ELFO PUCCINI, SALA SHAKESPEARE
MART/SAB
ORE 21.00, DOMENICA ORE 16.30
Intero
30.50 € - Ridotto giovani/anziani 16 € - Martedì 20 €
Info e
prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org
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