Un
mondo onirico e visionario sono imprigionati nelle pellicole di Heinz
Schattner. Il noto fotografo tedesco, di adozione italiana, torna in Galleria
STATUTO13 nel cuore di Brera con una serie di scatti attribuibili sia al suo
passato sia alla sua creatività contemporanea.
La
poetica di cui si è avvalso in questo nuovo progetto è certamente intrisa di
una forte componente surreale che se coniugata debitamente ai meandri della
psiche umana si connota di un elemento intenso, quasi fuorviante, ma mai
scontato: lo shock visivo e sensoriale.
Vuole
cogliere l’attimo - Carpe Diem
appunto - e l’istante funesto, velocissimo di quella sensazione e di quella
vibrazione percepite in quel preciso momento e non in un altro.
Dai
Landscapes bianchi e neri catturati di fronte al
mare di Capri a quelli tipicamente siciliani, Heinz Schattner “ruba” momenti,
luci, panorami per poi donarli al fruitore con generosa e intensa intuizione.
I
ritratti,
invece, sono oltremodo contrastanti nell’aspetto e nel contenuto: L’impeto
viscerale dell’animo si lega al passato e con un “candore” quasi temerario ma
puro come quello di un bambino che si appresta alla sua fase ludica. Tutto è
dunque emanato tout court nella
composizione fotografica; quasi a volerci coinvolgere emotivamente.
Ecco
infine i moderni Still Life (nature
morte): talmente irriverenti e fuori dai contesti ai quali siamo abituati.
Si
può dunque affermare che surreali sono le opere che Heinz Schattner ci
presenta, proprio perché sono il risultato finale non di un intento estetico,
bensì di una liberazione dei propri istinti irrazionali e dunque della sua
sfera creativa.
.Per
cogliere e poter osservare in particolare alcune delle novità sbalorditive in
tutta la loro potenza non rimane che prendere parte allo spettacolo
immaginifico e possibilmente cruento dell’intima wunderkammer nel cui spazio si potrà assistere ad
una moderna via crucis tutta volta al femminile dove si toccano i temi della
violenza e della discriminazione. Una corona di spine come tacito simbolo passa
come testimone tra le mani delle protagoniste delle immagini ricche di pathos e
disperazione che saranno esposte in una sorta di “black box”
Sarà
proprio lì il luogo dove l’artista condividerà ancora una volta una parte del
proprio “Sé” con il pubblico astante… che sarà incuriosito più che mai.
Con
il Patrocinio di
Mostra
personale di fotografia di:
Heinz Schattner
A cura di Massimiliano Bisazza
-Opening: 11 febbraio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00
In mostra fino al 24 febbraio 2015 mattino
Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al
sabato
INFO
Cell. +39 347 2265227 | info@statuto13.it
Testo
critico mostra personale di fotografia di Heinz Schattner a cura di
Massimiliano Bisazza
"Carpe Diem"
Un
mondo onirico e visionario è imprigionato nelle pellicole di Heinz Schattner.
Il noto fotografo tedesco, di adozione italiana, torna in Galleria STATUTO13
nel cuore di Brera con una serie di scatti attribuibili sia al suo passato sia
alla sua creatività contemporanea.
La
poetica di cui si è avvalso in questo nuovo progetto è certamente intrisa di
una forte componente surreale che se coniugata debitamente ai meandri della
psiche umana si connota di un elemento intenso, quasi fuorviante, ma mai
scontato: lo shock visivo e sensoriale.
L’artista
è dotato di una sensibilità fuori dal comune e decide, non sempre in maniera
conscia, di esprimere la propria emozionalità e sensorialità di cui si è
sentito arricchito artisticamente e lo fa usando forti componenti introiettate
direttamente nel “sacello” - e qui mi
riferisco al recinto sacro - della propria anima.
Vuole
cogliere l’attimo - Carpe Diem appunto - e l’istante funesto, velocissimo di
quella sensazione e di quella vibrazione percepite in quel preciso momento e
non in un altro.
E’
lì; proprio in quel momento catturato all’eternità, senza farne più ritorno,
che Heinz Schattner lascia emergere e sprigionare tutto il suo mondo intenso
che si dipana tra visioni interiori ed esteriori fino al suo “Sé ” più intimo e profondo.
Dai
Landscapes bianchi e neri catturati
di fronte al mare di Capri a quelli tipicamente siciliani - tra Catania e
Agrigento - dove ha dimorato per un periodo importante della sua vita di uomo e
di artista. In quelle terre magiche del sud dell’Italia che l’hanno rapito
affettivamente, culturalmente e paesaggisticamente Heinz Schattner “ruba”
momenti, luci, panorami per poi donarli al fruitore con generosa e intensa
intuizione.
I
ritratti sono oltremodo contrastanti nell’aspetto e nel contenuto: uomini con
masse muscolari poderose, scuri di carnagione, simboli della mascolinità della
Trinacria, sono adornati da gioielli dorati – e volutamente kitsch – e vestiti
con un costume leopardato (ecco l’effetto shock prendere il sopravvento) mentre
da un terrazzo s’intravede la magia della terra sicula. Quanta contraddizione
in queste immagini.
L'impeto
viscerale dell’animo si lega al passato e con un “candore” quasi temerario ma
puro come quello di un bambino che si appresta alla sua fase ludica. Tutto è
dunque emanato tout court nella
composizione fotografica; quasi a volerci coinvolgere emotivamente.
Surreale
è ciò che per automatismo nasce nella zona più inconscia e irrazionale del
nostro cervello e di quello dell’artista; scevra però da ogni ammonimento o
contaminazione insita nel cervello stesso. Allora posso affermare che surreali
sono le opere che Heinz Schattner ci presenta, proprio perché sono il risultato
finale non di un intento estetico, bensì di una liberazione dei propri istinti
irrazionali e dunque della sua sfera creativa.
Non
stupirà se nell’osservare questi interessanti lavori – peraltro rifranti in un
lungo lasso di tempo – ho avuto la sensazione di scorgere la lezione del grande
maestro spagnolo del cinema surreale Luis Bunuel. Mentre riesco a percepire
personaggi che mi fanno intravedere la lezione della pittura di Francis Bacon e
Lucian Freud (ai quali lo stesso Schattner si è in parte ispirato, che ha amato
studiare e approfondire).
Un
uomo autoctono della grande isola siciliana ci guarda nella sua beltà; mentre
si mostra davanti ai nostri occhi con una testa di montone che gocciola
lentamente sangue. Quel liquido che originariamente pulsa la vita, nello scatto
fotografico ci lascia attoniti con quell’immagine ricca di ritualità
intrinseca, freudiana e quasi ancestrale.
Infine
ecco i moderni Still Life (nature
morte): talmente irriverenti e fuori dai contesti ai quali siamo abituati - si
veda la foto con una scarpa femminile immersa nel ghiaccio - che arrivano quasi
a farmi desumere un possibile intento di affascinante e attraente congiura
diretta all’osservatore e alla quale Heinz artista spavaldo anela da molto
tempo.
Le
sorprese non finiscono qui: le fotografie artistiche di Schattner ci sanno
“preparare”a una sorta di liturgia, a un vero cerimoniale in bilico tra il
sacro e il profano. Per cogliere e poter osservare in particolare alcune delle
novità sbalorditive in tutta la loro potenza non rimane che prendere parte allo
spettacolo immaginifico e possibilmente cruento dell’intima wunderkammer.
Sarà
proprio quello il luogo dove l’artista condividerà ancora una volta una parte
del proprio “Sé” con il pubblico astante che, incuriosito più che mai, potrà
assistere ad una moderna via crucis tutta volta al femminile dove si toccano i
temi della violenza e della discriminazione. Una corona di spine come tacito
simbolo passa come testimone tra le mani delle protagoniste delle immagini
ricche di pathos e disperazione che saranno esposte in una sorta di “black box” - la Schattner wunderkammer nera, appunto – dove
sapranno creare un mondo altrettanto surreale (il tema surreale del resto
permea tutta la mostra ed il nuovo operato dell’artista Schattner) che saprà
sensibilizzare l’animo umane di fronte ad una tematica ancora così attuale e
dolente nel nostro sociale contemporaneo.
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