In occasione della Giornata Mondiale per la consapevolezza dell'autismo, istituita dalle Nazioni Unite ogni 2 aprile, a partire dal 2007, proponiamo la storia del fotografo Timothy Archibald con suo figlio Elijah, affetto da autismo.
La persona autistica è una persona alla quale molti non riescono a dare un senso, a capire, ad interpretare, è facile dire che una persona è felice quando la si vede sorridere ed è facile dire che qualcuno è triste se lo si vede piangere… ma quando da un volto non trapelano emozioni, quando i comportamenti non permettono alcuna interpretazione diventa complicato rapportarsi con quella persona, e quando quella persona è tuo figlio la cosa è ancora peggiore.
La frustrazione che prova questo padre nel non comprendere il figlio è tale che lui ha provato a fotografarlo, a fotografare lui e la sua vita, i suoi comportamenti, per provare a darne una spiegazione, un’interpretazione.
Così nasce Echolilia un progetto fotografico che raccoglie foto di un padre che cerca di capire il figlio.
Grazie agli scatti fotografici Timothy è riuscito ad entrare in sintonia con suo figlio, cosa che prima rendeva la sua vita impossibile, era troppo complicato riuscire a capire perché la sua mente era rivolta ai bambini che facevano cose “normali”, attraverso l’obiettivo fotografico è invece riuscito ad abbattere gli stereotipi e ha finalmente capito suo figlio, o almeno è riuscito ad entrare nel suo mondo, nelle sue abitudini per molti strampalate.
La prospettiva di Elijah non è quella degli altri bambini, il suo modo di vedere le cose è diverso, è intimo e personale, melanconico e le foto del padre racchiudono questo suo essere, così perfetto e normale se visto attraverso i suoi occhi.
E’ lo stesso bambino che si è appassionato al lavoro che il padre stava facendo, suggerendo location e posizioni, e il lavoro che ne è scaturito non è solo un album fotografico di grande effetto, ma un legame che va via via fortificandosi, tra padre e figlio, tra due mondi perfettamente in sincronia, tra due visioni che si fondono in un unico sentimento, in un unico modo di comunicare. Il loro lavoro fotografico è diventato il codice per “decodificare” il linguaggio che li unisce.
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