La Gujral Foundation e la Fondazione
Antonio Mazzotta - Partner in Italia – aprono al pubblico dal 6 maggio la
mostra My East is your West, evento collaterale alla 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la
Biennale di Venezia che unisce per
la prima volta India e Pakistan. Un’iniziativa innovativa grazie al
coinvolgimento di un’ampia regione del mondo in rapida espansione che non è mai
stata rappresentata prima d’ora all’interno della Biennale veneziana.
L’evento è ideato e curato da Feroze Gujral, fondatore e direttore della Gujral Foundation, si
avvale della collaborazione per la curatela di Natasha Ginwala e di Martina
Mazzotta, anche curatrice degli eventi collaterali in Italia della mostra,
con la consulenza di Romeo Orlandi di Osservatorio Asia.
The Gujral Foundation fondata e diretta da Feroze Gujral, ha sede in
India e rivolge il proprio impegno pioneristico e filantropico nel supporto
delle arti contemporanee nell’Asia meridionale, con un sostegno rivolto alle
iniziative internazionali.
Gli artisti internazionali
Shilpa Gupta di Mumbai (India) e Rashid Rana di Lahore (Pakistan) realizzano
per l’occasione opere site specific,
che si legano al tema proposto dal curatore
Okwui Enwezor nell’ottica di “offrire al mondo una cassa di risonanza del
mondo”, per invitare a riflettere sul ruolo che le arti visive hanno nel
rintracciare i significati negli sconvolgimenti della nostra epoca: All the World’s Futures.
Nata dal desiderio di
reindirizzare il complesso clima di rapporti storici tra gli stati-nazione
dell'Asia del Sud, India e Pakistan, My
East is Your West li presenterà come due paesi che condividono la stessa
cartografia culturale nel contesto della Biennale di Venezia. Il pensiero di
come il mondo sarebbe stato diverso se India e Pakistan non fossero stati
definiti dai loro confini rimane latente, ma è sempre presente.
In considerazione delle
loro abitudini, Gupta e Rana sono stati invitati a creare una
presentazione unica in cui una serie di lavori esprimerà l'intera essenza
di un popolo diviso, di una storia che abbraccia antichità, modernità coloniale
e un presente cosmopolita, aspetti intrappolati in una situazione conflittuale.
Questo viaggio verso il concepimento di una piattaforma condivisa a Venezia è
costruito sull'interesse degli artisti per la negoziazione tra ciò che è
individuale e ciò che è comune in relazione alle esperienze di consapevolezza
collettiva di "tutti i giorni". Entrambi gli artisti esplorano i
concetti di locazione e dislocazione, di appartenenza oltre i confini politici
e dell'impatto del condizionamento culturale e politico. Gupta e Rana hanno
sviluppato un materiale estetico che sonda il potenziale di una regione comune,
separata dallo stato e dal suo modello, con lavori che sfidano il moderno
stato-nazione e le sue divisioni.
La mostra su India e
Pakistan mira a configurarsi come “architettura della memoria” e a porre
quesiti che muovono dall’antichità alla modernità coloniale, fino al presente
conflittuale e cosmopolita del subcontinente. Qui, l’arte si esprime in forma
narrativa, nella quale le perforazioni della Storia hanno evidenziato un abisso
fondamentale.
Opere in mostra di Rashid Rana
Rashid Rana afferma “Il mio lavoro è spesso una trattativa su tre fronti tra me
stesso, il contesto fisico che mi circonda e quanto io ne ricevo – che siano
Internet, i libri, la Storia o il sapere collettivo.”
Il nuovo corpo di lavori
di Rashid Rana affronta le stanze di Palazzo Benzon come un setting immersivo
dove le strutture architettoniche si combinano con film, stampe, sculture e
elementi ispirati a performance. Intessendoli insieme quali capitoli di una
singola narrazione, l’artista passa dai suoi iconici fotomontaggi digitali su
due dimensioni a un metodo topografico che prende in esame la percezione
collettiva di collocamento e dislocazione. Partendo da una stanza che è allestita
come facsimile o doppio, i visitatori sperimenteranno una perturbante
sensazione di immersione in un “altrove”.
Qui, l’uso tutto personale
dei pixel da parte di Rana e il suo impegno nell’ampliamento di un archivio di
immagini fotografiche e in movimento agiscono quali segnali dei frammenti
contenuti in ciò che è universale.
Proseguendo, l’artista
amplierà le sue Crowd Series (2013)
su base stampata che creano insiemi di scatti documentari di raduni di massa
intesi quale comune “palcoscenico pubblico”. Una folla guidata verrà filmata in
Pakistan e connessa mimeticamente con l’attuale inquietudine politica sulle
strade di Islamabad, Lahore e Karachi. Tali sequenze filmate verranno allestite
in mostra con proiezioni a grandezza naturale, spesso creando un cortocircuito
tra recitazione e non-recitazione. Verranno inframmezzate rappresentazioni di
notiziari e di reality-tv, di cinema-verità e di prospettive aeree. Attraverso
ulteriori rispecchiamenti, attraverso le riprese in diretta di un campo a
Venezia e la presenza di attori all’interno della sala espositiva, Rana
concepirà una scenografia sfaccettata, chiamando in causa la nozione di “corpi
in allineamento” e un archivio vivente quale carne del tempo.
L’intricato gioco
dell’artista si muove tra sfaccettature di luoghi, non-luoghi e collocamenti e
si riflette in una sorta di delirio di micro-narrazioni di luoghi specifici e
di appartenenze transnazionali.
Opere in mostra di Shilpa Gupta
I lavori di Shilpa Gupta a Palazzo Benzon
proseguono nella linea di ricerca dell’artista intorno all’area di confine tra
India e Bangladesh, presentando performance, stampe e sculture. L’artista esporrà
lavori recenti che esaminano ampiamente il potenziale di re-immaginazione e di
rifiuto attraverso narrazioni storiche.
1: 989.9.3,360 kms of fence under construction, East (2014-15) è
un’installazione che si fonda su una performance che accompagnerà l’anteprima e
l’inaugurazione della mostra. L’opera si basa sulla barriera in costruzione tra
India Orientale e Bangladesh. Una volta completata, essa circonderà il
Bangladesh e sarà la più lunga barriera di separazione del mondo. Nella
performance, Gupta sincronizza la missione giornaliera di un soldato sul luogo
in cui si erige questa barriera con quella di un performer seduto nella sala
espositiva e intento a cucire una linea infinita su di un tessuto fatto a mano
nel Bangladesh. Sistemato su di un lungo tavolo, il tessuto di 3,394 metri è il
risultato di un lavoro di sei mesi svoltosi a Phulia, città di confine situata tra le due nazioni, nota per il
commercio di telai fatti a mano, poi dislocati dopo la partizione del
territorio.
In 24:00:01 (2012-14), l’artista presenta un’installazione cinetica
che consiste di frammenti testuali composti su di un cartellone frammentato,
una sorta di dispositivo per l’informazione obsoleto e tuttavia onnipresente,
di quelli che si vedono in aeroporti e stazioni ferroviarie, il quale
simbolizza le intersezioni tra lingua, migrazione e territorio. Il testo di
Gupta è scritto in prima persona e proietta una tensione tra il “tempo reale” e
il regno sperimentale della memoria personale. Di fatto, tutto ciò avviene
trasformando una parte dello spazio espositivo in una sala d’attesa che traccia
il nostro vivere quotidiano di transiti senza fine.
Nel suo lavoro Speaking Wall (2013-14), Gupta
concepisce un’installazione sonora interattiva che conduce il visitatore verso
specifiche traiettorie di movimento lungo uno stretto sentiero composto di
mattoni. Attraverso l’uso dei sensi motori e del gioco di ruolo, l’artista crea
una dimensione alienante che conduce a un complesso senso di non appartenenza,
di divisione del suolo terreno.
Gupta creerà inoltre
un’installazione luminosa animata, intitolata My East is your West (2014-15), instaurando un dialogo con la
facciata architettonica di Palazzo Benzon. Quest’opera intende riflettere
sull’impatto che il condizionamento culturale e politico opera nell’orientare
le nostre relazioni a seconda degli emisferi geografici.
Cenni biografici
RASHID RANA (1968) è nato a Lahore, in Pakistan, dove vive e lavora. Ha studiato
pittura al National College of Arts di Lahore e al Massachussets College of
Fine Arts di Boston. E’ fondatore di
facoltà e preside del dipartimento di Fine Art presso la Beaconhouse National
University di Lahore. Le sue recenti personali
includono una grande retrospettiva dei suoi lavori di metà carriera,
intitolata Labyrinth of Reflections,
presso il Mohatta Palace Museum di Karachi (2013), alcune mostre presso la
Cornerhouse di Manchester (2011) e presso il Museo Guimet di Parigi (2010). Ha
partecipato a grandi mostre collettive quali: Dhaka Art Summit (2014), Biennale
di Kiev (2012); Fotomuseum Winterthur, Whitechapel Gallery e Saatchi Gallery,
Londra (2010); Asia Society, New York (2009); 5° Asia Pacific Triennale, Queensland
Gallery of Art, Brisbane (2006); Biennale di Singapore (2006).
SHILPA GUPTA (1976) vive e lavora a Mumbai, in India, dove dal 1992 al 1997 ha
studiato scultura al Sir J.J. School of Fine Arts. Le sue opere utilizzano
video interattivi, siti web, oggetti, fotografie, suoni e performance per
indagare tematiche quali il desiderio, la religione, il concetto di sicurezza e
di confine.
Mostre personali
dell’artista si sono svolte in Asia, Europa e Stati Uniti. In particolare, di
recente, presso: Kunstnernes Hus, Oslo; MO Mucsarnok Kunsthalle, Budapest; MAAP
Space, Brisbane; Arnolfini, Bristol; OK Center for Contemporary Art, Linz.
Gupta ha partecipato alla Triennale Younger than Jesus, New Museum, New York;
Lyon Biennale, curata da Hou Hanru; Biennale di Gwangju, diretta da Okwui
Enwezor e curata da Ranjit Hoskote; Triennale di Yokohama, curata da Hans
Ulrich Obrist, Biennale di Liverpool, curata da Gerardo Mosquera; più di
recente: Dhaka Art Summit, curata da Diana Campbell-Betancourt, Biennale di
Sharjah, curata da Yuko Hasegawa, 8° Berlin Biennale for contemporary Art,
curata da Juan Gaitan e con la partecipazione nel team artistico di Natasha
Ginwala. Dal 2002 al 2006, Gupta ha co-promosso Aar Paar, un progetto di
scambio di arte pubblica tra India e Pakistan, insieme con l’artista di Lahore
Huma Mulji. I suoi lavori sono stati esposti in musei e istituzioni
internazionali tra cui Tate Modern, Londra; Serpentine Gallery, Londra;
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Daimler Chrysler Contemporary,
Berlino; Mori Museum, Tokyo; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Chicago
Cultural Center; Louisiana Museum, Humlebæk; Devi Art Foundation, New Delhi.
NATASHA GINWALA (India 1985,) è una curatrice indipendente, ricercatrice e scrittrice.
È consigliere curatoriale e curatrice dei Programmi Pubblici per il progetto
della Fondazione Gujral, My East is Your
West, presso la 56ª Biennale di Venezia (2015), ed è stata membro del
gruppo artisti all'8ª Biennale di Berlino per l'Arte Contemporanea (2014). I
suoi lavori recenti includono il progetto curatoriale in più parti, ancora in
corso, Landings, presentato al Centro per l'Arte Contemporanea Witte de With,
alla Fondazione per l'Arte David Roberts, al NGBK di Berlino, al Museo
Stedelijk di Amsterdam e presso altre organizzazioni associate, dal 2013 fino
ad oggi, (con Vivian Ziherl), e a 'Il Museo del Ritmo' della Biennale di Taipei
2012 (con Anselm Franke). Ginwala ha partecipato al Programma Curatoriale de
Appel, Amsterdam, e ha insegnato all'Istituto Sandberg e all'Accademia Gerrit
Rietveld. Ha contribuito ad alcune pubblicazioni come riviste e-flux: The
Exhibitionist e il Manifesta Journal, tra le altre.
MARTINA MAZZOTTA (Milano 1974) vive a Londra, è laureata in filosofia in Italia e in
Germania e ha conseguito un phd in Storia dell’Arte a Milano. L’approccio
transdisciplinare alle arti caratterizza tutta la sua ricerca, come saggista,
docente universitario e curatore (ha ideato e curato numerosi libri e mostre,
tra cui il contributo di Studio Azzurro alla Biennale Internazionale di Site
Santa Fe, USA 2008, quello di Pietro Pirelli a Mumbai per En-Counters, India
2013, nonché mostre dall’approccio filosofico quali Pelle di Donna, Triennale
di Milano 2012, e Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi, Museo
Poldi Pezzoli e Gallerie d'Italia, 2014). Il tutto si integra con
quell’universo di tradizioni ed esperienze rappresentato dalla Casa Editrice
Mazzotta, fondata da suo padre Gabriele 50 anni fa, e dalla Fondazione
Mazzotta, dedicata a suo nonno Antonio e oggi think-tank internazionale.
Comitato d’onore:
Richard Armstrong, Direttore della Fondazione Museo Solomon R. Guggenheim
Amin Jaffer, Direttore Internazionale Arte Asiatica, Christie’s
David Elliot, curatore e scrittore
Anupam Poddar, fondatore direttore Devi Art Foundation
Madhuvanti Ghose, co-curatore The Art Institute of Chicago
COORDINATE MOSTRA
Titolo mostra: My East is your West
Date: 6 Maggio - 31 Ottobre 2015
Sede: Palazzo Benzon, San Marco 3917, 30124
Venezia (http://www.locationvenice.com/)
Press day: lunedì 4 maggio ore 10 -
18
martedì 5 maggio ore 10 – 18
Talk: giovedì 7 maggio ore 11
– 12.30
Ideazione e curatela: Feroze Gujral, Fondatore/Direttore Gujral
Foundation
Artisti: Rashid Rana (Pakistan) e Shilpa Gupta (India)
Collaborazione per la
curatela e eventi collaterali: Natasha Ginwala e Martina Mazzotta
Partner in Italia: FAM Fondazione Antonio
Mazzotta
Orari: martedì - domenica, dalle
ore 10 alle 18
Ingresso: libero
INFO PUBBLICO Chiara Bordin - Valorizzazioni Culturali | Art-Events +39 328 3073233
Come arrivare: Vaporetto fermata S. Angelo
My East is Your West
a cura di Feroze Gujral con Natasha Ginwala e Martina Mazzotta
Gujral Foundation - India
Fondazione Partner in Italia: FAM Fondazione Antonio Mazzotta
Evento collaterale alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia
Palazzo Benzon
San Marco 3917, Venezia - Fermata S. Angelo
6 maggio - 31 ottobre 2015
Uffici stampa
IBC Irma Bianchi Communication
Via Arena, 16/1 - 20123 Milano
tel. + 39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857
testi e immagini scaricabili da
Sutton PR
South Wing Somerset House, Strand, London WC2R 1LA
Olivia Cerio olivia@suttonpr.com
Nessun commento:
Posta un commento