“Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte;
soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine,
per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente.” (Rainer Maria Rilke)
Figure sfuggenti dai
contorni fumosi e impastati, corpi eterei, privi di gravità e materia, si
dimenano fluttuando nel vuoto, vittime di un’incessante mutazione. È
un’impossibile tregua a rendere il corpo
raffigurato percettivamente inafferrabile e a rappresentare il comune
denominatore degli autoscatti di Eleonora Manca, in mostra da Spacenomore a
Palazzo Graneri della Roccia dall'1 al 31 ottobre.
Soggetto e oggetto rappresentato
coincidono, ma l’immagine risulta sempre sdoppiata, confusa, mai univoca e
ostinatamente in divenire. L’ineluttabile involucro, luogo di indagine
privilegiato dall’artista, è perennemente in fieri, in balia di
metamorfosi continue, e si costituisce come archivio sensibile, poichè è
tramite i sensi che spesso la memoria si accende. Lenta se asseconda il ritmo
naturale dato dallo scorrere del tempo o repentina, se dovuta a eventi traumatici,
comunque sempre inesorabile è la muta cui siamo sottoposti ogni giorno, che
inevitabilmente lascia segni o cicatrici, procurando talvolta sofferenza.
Cambiare pelle è
sinonimo di trasformazione, non certo indolore. “Niente è più fragile della
superficie”, ma al contempo nulla è così forte come l’epidermide, capace di
autorigenerarsi e di reagire a qualsiasi ferita. Nello stesso tempo il corpo è
in grado di riflettere dolori emotivi, inquietudini, disagi o fobie, anche
inconsci, e somatizza facendosene portavoce. Fitte, spasmi, crampi, formicolii
o capogiri sono spesso spia o campanello d’allarme di ciò che coscienza e
raziocinio rimuovono, richiamando così l’attenzione su ciò che viene occultato
negli strati più profondi. Per Eleonora Manca “il corpo non mente” ed è
necessario recuperare con esso un contatto istintivo per sentirlo, ponendosi in
costante ascolto per cogliere i messaggi da esso inviati.
Ma il corpo restituito
dall’artista, ancor più rarefatto e smaterializzato da un’acromia ricorrente,
dove l’unica alternativa al bianco e nero è il grigio in ogni sua possibile e
morbida declinazione, è il punto di partenza individuale e singolare da cui
muove una ricerca con un obiettivo plurale, archetipico. Ad esser rappresentato
è un corpo libero di esprimersi e di esistere anche privo del suo contenuto,
senziente o viscerale, e al contempo foriero di verità poichè non potendo
spogliarsi di null’altro, non può che offrire se stesso.
“Il nudo, questo nudo,
non trasgredisce niente, non imbarazza, non intende compiacere” afferma l’artista.
Fonte di bellezza a prescindere, il corpo nudo anche se irriverente non può
essere osceno, poichè “la carne non è merce, non dovrebbe essere ancora un tabù
nè l’anticamera della parola sesso”.
La rappresentazione di
Eleonora Manca, che ha per oggetto il proprio corpo, è tutto fuorchè
autoreferenziale: filtrato in modo da esser spogliato della sua soggettività,
privato delle sue particolarità e della sua riconoscibilità, esso ambisce a
diventare corpo non più unico e sessuato ma universale.
“Metamor(pH)”,
solo-show di Eleonora Manca, è un appuntamento della rassegna CLOSETOFASHION: il progetto espositivo,
a cura di Francesca Canfora, che coinvolge diversi artisti, la cui ricerca ha
affinità con il mondo della moda secondo diverse prospettive.
Come
la moda sconfina sempre di più nel campo delle arti visive, proponendo abiti
scultura in cui la ricerca formale giunge sino a comprometterne la funzione,
così l’arte contemporanea ormai attinge senza esitazioni dal linguaggio espressivo
proprio del fashion e della pubblicità di moda.
Una
contaminazione reciproca è in atto, tanto spiazzante da confondere le idee – è
arte, è moda, è fotografia d’arte o un’immagine pubblicitaria? - quanto
feconda, poiché sono le continue ibridazioni tra le differenti discipline a
generare gli esiti più originali e interessanti.
Eleonora Manca
(1978). Artista visiva, videoartista e videoperformer utilizza vari media
(principalmente fotografia e video) portando avanti una ricerca sulla
metamorfosi e la memoria del corpo. Dopo una formazione in Storia dell’Arte a
Pisa, si specializza in Teatro e Arti della Scena presso il DAMS di Torino,
dove collabora alle attività del Centro Studi di Fenomenologia della
Rappresentazione, occupandosi inoltre di critica e saggistica teatrale. Vive e
lavora a Torino.
Metamor(pH)
Eleonora
Manca solo show
1-31 ottobre 2015
Inaugurazione: giovedì 1 ottobre, dalle ore 18
Spacenomore, Palazzo Graneri della Roccia, via
Bogino 9, Torino
E: info@spacenomore.com
Ufficio
stampa: Simona Savoldi
T:
339.6598721 - E: simona@spacenomore.com
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