Pomeriggio di fine agosto 2012. Francesca Speranza delibera di
realizzare un set fotografico nella piccola ara d’una villa settecentesca in
zona Francavilla Fontana (luogo di infanzia dell’artista), poco lontano dal
palazzo gentilizio cittadino, eredità di Giovanni Antonio del Balzo Orsini.
Il proscenio eletto è situato nel mezzo del quadrivio del giardino
di corte laddove posa un banco roccioso circolare. Qualcuno dice già aduso a
passate messe sataniche. Una vergine dal drappo rosso percorre numerose volte
il tragitto cingendo nel cerchio l’INIZIO e la FINE.
Per terra un pallido teschio, forato nella regione frontale.
Accade di trovarne centinaia negli ossari – in buona parte ancora occulti –
dell’Arciconfraternita della Morte a poche centinaia di metri dal set (in zona
di Oria).
[Note dal testo critico del curatore]
Una mostra enigmatica che indaga le
inquietudini del protagonista femminile al centro della ricerca fotografica
dell’artista. Realizzati in un doppio set, tra Berlino e l’Italia, i lavori di
Speranza accolgono numerose implicazioni di carattere iconografico e
antropologico, alludono alla storia dell’arte sacra e alla rappresentazione
della Maddalena, soggetto che l’artista adotta in virtù della grande ambiguità
di questa figura. Nella mostra, infatti, i temi della femminilità e della sensualità
del corpo si intrecciano ad aspetti esoterici e psicologici (tra i quali il
tabù psicoanalitico del noli me tangere),
riferiscono le ambiguità di atteggiamenti al limite tra peccato e pentimento e
riecheggiano le vicende del cosiddetto "stupro di Berlino",
perpetrato dai soldati sovietici nel 1945 in una delle fachwerkhäuser berlinesi
dove è realizzato uno degli scatti in mostra.
Un elemento
simbolico raccorda l’intera operazione: la presenza del gladiolo rosso, pianta
che ricorreva frequentemente nelle cerimonie nuziali dell’antichità e cingeva
le fanciulle amiche della sposa. Una corona di gladioli – nome derivante dalla
spada corta romana, a doppio taglio – era segno di gioia per la cerimonia ma
anche di sofferenza per il distacco dalla verginità. Nella cultura popolare, il
gladiolo è divenuto uno dei principali fiori offerti ai defunti, come segno di
distacco dalla terra e congiunzione con il cielo, simbolo che allude alla FINE
terrena e al nuovo INIZIO celeste.
In mostra un’intera
area della galleria verrà allestita con decine di spighe di gladioli al fine di
creare uno spazio sensoriale e cromatico di grande suggestione lungo i temi
affrontati dall’artista.
La mostra resterà
aperta da Domenica 18 Novembre a Domenica 9 Dicembre, tutti i giorni dalle 10
alle 12 e dalle 18 alle 22.
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Francesca Speranza
Non può essere la Maddalena
a cura di Roberto
Lacarbonara
Direzione artistica
Alexander Larrarte
Progetto in
collaborazione con Isa Tulino e Azzurra Cecchini
Vernissage: Domenica
18 Novembre, ore 19.00
Apertura: 18 Novembre
– 9 Dicembre 2012
CoArt Gallery, Vico
San Francesco 4/6 - Corato (Ba)
Orari: tutti i giorni
10.00/12.00 - 18.00/22.00
info: +39 349.6141159
- email: coartgallery@hotmail.it
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