Reale, fantastico e assurdo, sullo sfondo di Buenos Aires e dei “piccoli
inferni” quotidiani dell’Argentina,
dal più diretto erede di Julio Cortázar e di
Roberto Arlt.
Abelardo Castillo
I mondi reali
Traduzione e cura di Elisa Montanelli
Nelle librerie dall’8 luglio 2015
DelVecchioEditore continua a proporre la migliore letteratura argentina del secolo scorso
con l’antologia I mondi reali di Aberlardo Castillo. L’opera è
costituita da diciassette racconti tratti dalle cinque raccolte dell’autore,
scritte tra il 1961 e
il 2005. Temi ricorrenti sono la violenza, la vergogna,
la solitudine, il sogno, la pazzia. Molte storie sono fantastiche, perturbanti,
borgesiane, kafkiane, del “limite”, e hanno portato la maggior parte dei
critici a definire Castillo come il più diretto erede di Julio Cortázar. Per
quanto il contenuto dei cuentos sia
sempre attraente e originale, è lo stile a determinare il fascino di Castillo.
Una lingua semplice, incisiva, ma allo stesso tempo elegantissima che passa con
scioltezza dal registro colloquiale, al linguaggio infantile, al monologo
allucinato. Vecchi barboni, bambini, adolescenti e criminali prendono vita
nella coloritura porteña e nei modi
verbali tipici del castigliano argentino. In alcuni racconti spicca la
vulnerabilità umana in tutte le sue sfaccettature, in altri il soggetto è la
situazione politica di fine anni Sessanta in Argentina, in altri ancora
elementi fantastici si congiungono a quelli
umoristico–polizieschi, con un’ironia grottesca che ci fa riflettere ancora una
volta sulla solitudine dell’uomo contemporaneo.
L’autore
Abelardo Castillo (San Pedro,
Buenos Aires, 1935) è narratore, drammaturgo, critico e poeta. Con oltre
sessanta racconti all’attivo, quattro romanzi e quattro pièce teatrali, senza
contare gli innumerevoli articoli e prefazioni, è uno
degli scrittori
attualmente più conosciuti in Argentina. Fin
dagli anni Sessanta, Abelardo
Castillo si è imposto non soltanto come uno degli scrittori più innovativi del
panorama letterario argentino, ma anche come figura chiave nel dibattito
ideologico–culturale dell’epoca. Fu, infatti, direttore di tre delle riviste
letterarie più importanti del Paese («El grillo de papel» 1959–60, «El
escarabajo de oro» 1961–64, «El ornitorrinco» 1977–86) a cui collaborarono
personalità del calibro di Julio Cortázar, Ernesto Sábato, Miguel Ángel
Asturias, Héctor Tizón e Carlos Fuentes. Fra le sue opere principali: Cuentos completos (Alfaguara) e i
romanzi El que tiene sed (Emecé,
1985), Crónica de un iniciado (Emecé, 1991), El evangelio según
Van Hutten (Seix Barral), unico testo tradotto in italiano (Il Vangelo secondo Van Hutten,
Crocetti, Milano 2002).
«Abelardo Castillo, un nome
vivo da aggiungere alla tradizione letteraria rappresentata da Borges, Arlt e
Cortázar. Uno scrittore di razza, polemico, scomodo e provocatore. Uno dei
grandi.»
El País
«Castillo scrive cuentos,
cioè a dire sistemi chiusi, e non semplici storie in cui di solito non si passa
dal ricordo arbitrario di una situazione senza quella tensione che conferisce
al racconto il suo valore di trampolino psichico.»
Julio Cortázar
Pagine: 272 -
euro 16 - ISBN: 9788861101487
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redazione: tel. 0697240096
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