Tutti pazzi per le Tre Cime: le montagne
simbolo delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità sono da sempre tra le cime
dolomitiche più conosciute, più visitate, più fotografate. Da anonimi
viaggiatori come da grandi registi, che qui – e in tutte le Dolomiti – hanno
girato e continuano a girare scene spettacolari, fortemente aiutati da un
paesaggio che lascia a bocca aperta, e sempre sorprende. Un anno fa è toccato
ai Coldplay, che qui hanno ambientato alcune scene del video musicale della
canzone Up & up; a brevissimo, sulle Tre Cime salirà anche la troupe
di Star Wars. O meglio, dello spin off e prequel della famosissima saga:
Red cup sarà la storia del giovane sbruffone Han Solo, prima di Star
Wars. Il film uscirà nelle sale tra un anno circa, le scene sulle Dolomiti
Bellunesi saranno girate nelle prossime settimane.
Per
chi volesse curiosare sul set prima dell'arrivo della troupe, la meta è il lago
di Misurina, con le mucche d'ordinanza e la bella corona di montagne che si
specchia sulle acque scure, il laghetto d'Antorno poco più su, quindi il Monte
Piana e i prati alti attorno alle magnifiche Tre Cime. Tutti questi luoghi,
oltre a ispirarne di nuove e fantascientifiche, hanno interessanti storie da
raccontare, e (per il turista) da scoprire. Perché, ad esempio, sono stati
campo di battaglia e scenario di strazianti sacrifici, durante la Prima Guerra
Mondiale: il Monte Piana, oggi spettacolare terrazza panoramica su una
considerevole porzione di Dolomiti, cento anni fa era chiamato dai soldati Monte
Pianto, e fu teatro di una terrificante guerra di posizione, combattuta in
condizioni estreme da giovanissimi austriaci e italiani.
Oltre
ad essere luogo di guerra e Resistenza, però, le Dolomiti Bellunesi sono terra
di leggende e passati fantastici – ottimo carburante per le camminate più
faticose. Prendiamo il lago di Misurina, ad esempio. Invece che passarci
di fianco velocemente, giusto il tempo di una bella fotografia da social,
perché non fermarsi un po' di più, respirare a fondo l'aria fina
(quell'edificio giallino, perfetto per le foto, è l'Istituto Pio XII, centro
d'eccellenza per la cura in alta quota delle malattie respiratorie pediatriche)
e farsi raccontare la storia della capricciosa Misurina? Eccola qui: Misurina
era una bambina pestifera, adorata dal padre, il re Sorapiss. Un giorno
Misurina venne a sapere che esisteva uno specchio magico in grado di leggere i
pensieri di chiunque vi si specchiasse: ovviamente, fece il diavolo a quattro,
pur di averlo. Il padre infine convinse la sua proprietaria, una fata del monte
Cristallo, a cedere lo specchio alla bambina. La fata, in cambio, chiese però
al re di lasciarsi trasformare in una montagna: i suoi fiori, sempre al sole
sul Cristallo, avevano bisogno d’ombra. Misurina, pur di avere lo specchio
magico, avrebbe accettato qualunque cosa. D’improvviso il re cominciò a
crescere, a crescere: la bambina, distratta, rimase impigliata nella croda che
saliva sempre più in alto, perse l’equilibrio e precipitò nel vuoto. Il monte
Sorapiss, disperato, pianse tutte le sue lacrime per la morte della figlia
capricciosa, e diede vita così al lago di Misurina. Lo specchio si frantumò in
mille pezzettini e cadde nel lago: ancora oggi se ne vedono i riflessi colorati
che si rincorrono sullo specchio d’acqua.
Il
lago d'Antorno, poco più su verso le Tre Cime, è un altro set naturale
molto apprezzato dalle produzioni cinematografiche: qui, ben prima dello spin
off di Star Wars, sono state girate alcune scene di un altro film cult
degli anni Ottanta, il fantasy Ladyhawke di Richard Donner, che ha
approfittato anche di un altro spettacolare angolo di Dolomiti, il passo
Giau. Dal passo Giau – bellissimo punto di partenza per splendide
passeggiate, tra le quali consigliamo in particolare la salita alla piana di
Mondeval e al rifugio Croda da Lago – è rimasto stregato pochi anni dopo anche
Jean-Jacques Annaud, regista di film come Il nome della rosa e Sette anni
in Tibet, che tra il Giau, Misurina e le Cinque Torri ha girato L'orso.
La storia è ambientata nella Columbia Britannica del XIX secolo, e ha per
protagonista un orso grizzly: di grizzly sulle Dolomiti non ce ne sono proprio,
ma il film di Annaud deve essere stato in qualche modo anticipatore, perché da
qualche anno l'orso (bruno, però) sulle montagne Patrimonio Unesco c'è tornato,
seppur per sporadiche gite a sorpresa…
Gli
scenari ampi e boscosissimi delle Dolomiti Bellunesi sono perfetti per i film che
raccontano storie di natura, o incentrati sul rapporto che esiste tra uomo e
ambiente: recentissimi, nel 2016 sono stati girati sui Monti Pallidi Abel –
Il figlio del vento con Jean Reno, la storia dell'amicizia tra un bambino e
un piccolo aquilotto, e La pelle dell'orso, con Marco Paolini. Nel primo
caso, alcune tra le scene più belle sono state realizzate sul passo
Falzarego, sopra il Lagazuoi. Il passo Falzarego è uno snodo in alta quota,
imbocco di valli magnifiche e punto di osservazione privilegiato: ci si alza
come aquile per godere della vista del Lagazuoi, del Pelmo, del Sass de Stria,
della Tofana di Rozes, del Civetta… Il film La pelle dell'orso (regia di
Marco Segato) è invece una storia più boschiva, legata alla terra e all'uomo,
la storia di un vecchio orso feroce che terrorizza una comunità superstiziosa,
e la storia dell'avventura e del rapporto schivo tra un padre e un figlio. La
pelle dell'orso è ambientato nei boschi fitti e silenziosi della Val di
Zoldo, terra di chiodi e di gelati, di carbonai e montanari. Per rivivere
alcuni momenti del film, salite a Fornesighe, bellissimo paese di legno,
su un colle assolato in bilico, e perdetevi tra le stradine ripide e le case a
terrazza, oppure addentratevi energici nella bellissima Val Pramper…
Altro
film da rivedere e rivivere, profondamente dolomitico, è Il segreto del
Bosco Vecchio di Ermanno Olmi, ispirato a un libro magnifico del bellunese
Dino Buzzati. Andate ad ascoltare il vento Matteo in compagnia del colonnello
Procolo (un invecchiato e incattivito Paolo Villaggio, nel film), tra i boschi
remoti del passo Tre Croci. L'immaginifico Bosco Vecchio di Buzzati si
concretizza, nella trasposizione cinematografica, nell'estesa foresta di
Somadida, tra Auronzo e Cortina d'Ampezzo. La foresta di Somadida, tra le
più belle delle Dolomiti, è stata una tra le riserve di legno più importanti
per la Repubblica di Venezia, che con questi alberi costruiva remi e pennoni
delle navi della sua ricca flotta. Oggi è luogo protetto di passeggiate
rilassanti e silenzi.
Infine,
poco lontano da Somadida c'è Cortina d'Ampezzo, la regina delle Dolomiti
Bellunesi, anche e soprattutto da un punto di vista cinematografico. Tra le vie
e le crode di Cortina sono stati girati oltre cento film, dagli anni '20 e '30
di Luis Trenker e Leni Riefenstahl, ai cinepanettoni dei fratelli Vanzina.
Moltissime grandi star hanno soggiornato e lavorato qui: da Ingrid Bergman a
Sophia Loren, da Brigitte Bardot a Clark Gable ed Henry Fonda… E quasi ogni
angolo di Cortina è stato ripreso: l'hotel Miramonti (ne Il conte Max del
1957, con Alberto Sordi) e l'hotel Cristallo (in La pantera rosa di
Blake Edwards, con Peter Sellers), la casa delle Regole in Corso Italia e il
trampolino olimpico (in Solo per i tuoi occhi del 1981, dodicesimo film
della saga di James Bond), l'hotel Majestic (in Fantozzi in paradiso del
1993) e tanti altri luoghi ancora. Se siete appassionati di cinema, non vi
resta che raggiungere Cortina d'Ampezzo e qui dedicarvi a un'affascinante
caccia al tesoro, sulle tracce delle scene più varie ambientate tra i palazzi
del centro e ai piedi delle sue magnifiche montagne.
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