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giovedì 31 maggio 2012

Paesaggi Luoghi Scenari | A Bari un convegno riflette sulla complessità del paesaggio contemporaneo


“Guardare il Paesaggio non è mera contemplazione, ma è un processo altamente selettivo, nel quale l’attore raccoglie indicazioni sul modo in cui, nel suo rapporto con il mondo, deve agire per soddisfare i suoi bisogni o interessi”.
(Charles Morris) 

POLITECNICO DI BARI
Museo della Fotografia

Convegno
Paesaggi Luoghi Scenari

8-9 giugno 2012 ore 10:00

Aula Magna “Attilio Alto”
Via Orabona, 4
Politecnico di BARI



Dalla fine degli anni ’70 un numero sempre più ampio di Fotografi italiani si è occupato di Paesaggio, non più inteso come genere, ma come osservazione diretta e privilegiata dell’esterno.
Le visioni eterogenee dei Fotografi, frutto di una mediazione dinamica con la realtà, fanno emergere l’analisi della complessità del Paesaggio contemporaneo, la cui rappresentazione è apparsa, nelle immagini prodotte, più interrogativa che risolutiva. L’attenzione alle periferie, ai non-luoghi, alle città e ai segni delle trasformazioni del territorio induce questi autori ad abbandonare il lessico e la sintassi tradizionali, sino a quel momento riconoscibili anche al senso comune, per sperimentare nuove poetiche e nuove strategie visive. Il dissesto idro-geologico, i processi di antropizzazione diffusa, lo sfruttamento intensivo del territorio favorito dall’incuria e dalla cultura del profitto, oltre a rappresentare una minaccia per l’intero sistema, causano mutazioni straordinariamente rapide del paesaggio considerato come valore e come risorsa. I rapidi processi su indicati convivono già da alcuni anni con le grandi innovazioni dei mezzi di “produzione” della rappresentazione, tanto da rimanerne condizionati, sviluppando nuove modalità ed abitudini di vita. L’interazione tra paesaggio e tecnologia ci pone continuamente di fronte a problemi di modelli di riconoscimento. Il rischio è quello di precipitare nell’afasia visiva, una sorta di incapacità di vedere oltre lo sguardo. Lo strapotere mediatico e tecnologico minaccia “l’abilità” del saper essere spettatori, del “guardare” la città e la natura, percependone le macro e le micro-trasformazioni, saper leggere gli scollamenti, le disgiunzioni, le stratigrafie del passaggio tra vecchio e nuovo.
Trasformazioni così rapide del territorio, sovente condizionate dalla penetrazione delle tecnologie e dalle consuetudini e necessità spesso variabili, ribaltano completamente il mito rinascimentale dell’uomo “modellatore della natura”, o quello peggiore, modernistico, della demolizione dei modelli rurali per sostituirli con quelli industriali e post-industriali dei consumi e dei falsi bisogni. Il sovvertimento del ruolo porta a rivedere l’antica centralità dell’uomo nella progettazione e determinazione del paesaggio.
Lo studio di nuovi modelli sociali e l’attitudine alla percezione dell’ambiente riconosce al Paesaggio la sua funzione rappresentativa. Questo conferimento assegna all’uomo un ruolo fondamentale ai fini della ri-costruzione del territorio, a cui viene riconosciuto non solo la dignità di bene, come recita la normativa, ma lo carica di tutti quegli aspetti simbolici e semantici dei più svariati linguaggi che un’immagine può restituire. Nascono, per fortuna dico io, propensioni a riportare l’uomo al centro dell’attenzione, a non considerarlo più come un antagonista ostile alla natura. Gli scenari naturali o l’interno dell’abitazione diventano spesso i luoghi privilegiati della “narrazione” visiva.
Il Convegno si propone di analizzare il  Paesaggio nelle sue mutazioni, il suo orientamento e il suo sviluppo, individuando alcune tra le possibili forme contemporanee della sua rappresentazione visuale, ma anche di riconoscere i punti di forza della sua funzione di grande Teatro in cui una percezione indubbiamente diversa dal passato ha assegnato all’uomo il duplice ruolo di spettatore/attore.


Pio Meledandri  
Direttore Museo Fotografia Politecnico di Bari



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