Ph by Marla Lombardo |
Annebbiato.
Questo è il termine giusto per definirmi, questa è la parola magica che spalanca le porte delle mie viscere, che mi ricorda di essere mortale e vulnerabile.
Credevo di non inciampare più nello stesso punto, sullo stesso sasso di prima e, per l'ennesima volta mi sbagliavo. Stupore e rassegnazione adesso, sono caduto e mi lascio per terra, ansimante, piangente. Non me lo aspettavo ma lo temevo, ho rispettato il mio vecchio nemico e pensavo che le battaglie combattute potessero aver saturato il nostro rapporto di inimicizia, supponevo di aver compreso le sue strategie e i suoi subdoli pensieri, ero certo di poterlo arginare. Ho pensato tutto questo e mentre lo facevo lui si rinnovava, nuove energie, nuove forze solo ed esclusivamente per me, concentrato sulla mia vita.
Occhi chiusi, mani serrate, finestre aperte per un'aria pulita, leggera e, un amore intenso, morbido come i sogni che ho sulla punta delle dita, uniche armi della mia ribellione, una rivoluzione che non riesco a trasformare in una mia realtà.
Non ho voglia di ricominciare una guerra da solo, di raccogliere lacrime e coraggio, non ho voglia di vedere la mia faccia sfigurata allo specchio, di zoppicare ogni sera fino a casa, di trovare solo la mia ombra scura seduta in un angolo a fumare e ad aspettare che io smetta di essere un fantasma. Non ho voglia è vero, ma certe volte penso che non ci sia una nuova e migliore soluzione per ricominciare a respirare con il ritmo giusto, quello di una vita che cresce.
[ G. M. ]
[ G. M. ]
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