SALA CONFERENZE del MUSEO di SANTA GIULIA
Brescia, via Piamarta
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Presentazione del
volume
FRANCA GHITTI
a cura e con saggio introduttivo di Elena Pontiggia
Skira editore
lunedì 19 giugno 2017, ore 18 - cocktail
intervengono
Massimo Minini, Presidente di
Brescia Musei
Luigi Di Corato, Direttore Brescia
Musei
Cecilia De Carli, Storica dell’Arte, Università
Cattolica, Milano
Fausto Lorenzi, Giornalista e Critico d’Arte
sarà presente
Elena Pontiggia, Storica dell’Arte, Accademia di Belle Arti di Brera
La
Sala Conferenze del Museo di Santa Giulia a Brescia accoglie lunedì 19 giugno la
presentazione del volume monografico
della scultrice Franca Ghitti edito da Skira, a cura e con un importante saggio
introduttivo di Elena Pontiggia.
L’evento
è organizzato dalla Fondazione Archivio Franca Ghitti, da Brescia Musei e da
Skira e prevede l’intervento di Massimo
Minini, Presidente di Brescia Musei; Luigi
Di Corato, Direttore Brescia Musei; Cecilia
De Carli, Storica dell’Arte, Università Cattolica, Milano; Fausto Lorenzi, Giornalista e Critico
d’Arte; Elena Pontiggia, Storica
dell’Arte, Accademia di Belle Arti di Brera.
Alla presentazione partecipano
inoltre Arianna Baldoni, docente di Storia
dell’Arte Contemporanea presso lo IED di Como che da anni lavora al catalogo
generale dell’artista, in collaborazione con Marco Meneguzzo; l’architetto Giovanni Cadeo dello Studio Cadeo di
Brescia, che con una riproduzione di
immagini illustra il progetto di ristrutturazione del fabbricato che sarà
sede dell’Archivio Franca Ghitti, cui si dedica dal 2013.
Sono
presenti anche il regista Davide Bassanesi con la proiezione del trailer del documentario “Franca Ghitti. Il film”, che
ripercorre i momenti più significativi della vita della artista, il fotografo Fabio Cattabiani, autore della maggior
parte delle fotografie nel volume che per l’occasione mostra una gallery significativa e Pier Matteo Ghitti, Amministratore
Delegato della Barone Pizzini, co-sponsor
del volume.
La monografia traccia il percorso
artistico di Franca Ghitti (1932-2012), scultrice di fama internazionale, dagli anni cinquanta
alla sua scomparsa, le cui opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche
e private tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e i Musei
Vaticani.
Ne
scaturisce una lettura globale
dell’opera dell’artista che ha inizio in Valle Camonica, sua terra di nascita a cui rimane significativamente legata
durante il corso di tutta la sua vita; il libro ripercorre le tappe più
significative - dagli studi artistici a Milano, a Parigi e Salisburgo,
all’esperienza degli anni trascorsi in Africa fino alle mostre internazionali -
da cui emerge il ciclico ritorno alle origini e alla sua terra, che la sprona a
continui studi, approfondimenti e ricerche.
In
un intreccio che offre uno spaccato curioso e al contempo molto interessante,
l’avvincente volume mette il lettore in contatto diretto con il personaggio e
con la società artistica e intellettuale dell’epoca.
Molto
attenta alla scelta dei materiali,
Franca Ghitti predilige soprattutto quelli legati
alla terra e al mondo del lavoro, fra cui vecchie assi di legno e avanzi di
segheria, successivamente utilizza anche il ferro e i metalli, recuperati nelle
antiche fucine della Valcamonica, come stampi, ritagli, tondini, chiodi,
polvere di fusione, ma anche scarti di lavorazione delle industrie metalliche.
La
sua espressività, incentrata sulla ricomposizione, restituisce ai materiali
nuova energia e profondi significati; un linguaggio essenziale e concreto,
legato alle linee, alle forme, alla geometria, che unisce in un armonico dialogo il presente al passato. Numerosi sono
infatti i riferimenti alle incisioni rupestri
e ai simboli primitivi delle tribù
africane che si mescolano a espressioni moderne e contemporanee.
Nel
suo testo critico Elena Pontiggia afferma: “Quello
di Franca Ghitti è un mondo complesso, un crogiolo di esperienze occidentali e
primitive, di arte e architettura, di ripetizione e differenza. La sua scultura
è sempre un disegno di mappe, una collezione di segni: non cerca il volume, il
modellato, la massa, ma la superficie, la tavola, la pagina.
La sua arte insegna la ricerca di
alfabeti che non si trovano nei libri e di mondi che non coincidono con il
nostro. Insegna che le mani sanno quello che la mente non capisce, mentre il
linguaggio dei segni custodisce qualcosa che le parole non registrano”.
I
primi lavori in legno, realizzati negli anni
sessanta, intitolati Mappe, sono
tavole di legno ispirate alle incisioni rupestri a cui seguono altri cicli
scultorei, sempre di matrice minimalista, a cui si aggiunge l’utilizzo di nuovi
elementi, i chiodi, considerati dall’artista fondamentali per l’uso e la forma.
Fra questi si ricordano I Rituali, Le Vicinie, Le Storie dei morti, I
Reliquiari che restituiscono la cultura contadina e in cui si allude alla
tradizione, alle leggende, al dialetto, ai canti, ai proverbi.
Negli
anni settanta, l’esperienza africana
e il suo trasferimento per alcuni anni in queste terre, conducono l’artista ad
inserire nel suo linguaggio nuovi simboli, nuovi colori, nuovi materiali fra
cui il cemento e il vetro, come si osserva in Orme del Tempo. Totem.
In
un continuo divenire, i lavori di Franca Ghitti assumono negli anni successivi
dimensioni e forme diverse sempre intrinsecamente legate al suo vissuto, come
la verticalità, ispirata dalla visione dei grattacieli di Montreal e dai boschi
del Labrador, che caratterizza le opere Cancelli,
Libri Chiusi, Alberi. Il ritmo verticale tuttavia è spesso contrastato da
un’energia orizzontale, resa dall’accostamento seriale di tessere e liste di
legno, come se la materia fosse tessuta o intrecciata. In una poetica
costantemente attenta al rapporto con lo spazio, alla fine degli anni ottanta si inserisce l’interesse
per la forma circolare, Ciclo dei Tondi,
dove il cerchio più o meno regolare evoca il concetto di ripetitività.
Anche
nelle installazioni, Meridiane, sono
presenti temi legati al tempo e allo spazio, ma aprono contemporaneamente nuovi
orizzonti con esplicite riflessioni sulla città, sull’architettura e sul
linguaggio; in Alfabeti perduti e Altri Alfabeti realizzati alla fine
degli anni novanta l’artista
riscopre linguaggi dimenticati, di culture passate.
La
ricerca artistica di Franca Ghitti prosegue negli anni duemila con continui approfondimenti, che contengono la
memoria di vissuti comunitari legati a epoche e luoghi differenti connessi alla
contemporaneità. Lo si osserva nel ciclo di lavori Pagine chiodate dove fogli e oggetti sono trafitti da una fitta
sequenza di chiodi. Testimonianza dei suoi ultimi anni è l'Ultima Cena, ritenuta da molti il capolavoro dell'artista camuna. Si
tratta di un'installazione che Franca Ghitti ha costruito intorno a un dipinto
a olio realizzato nel 1963 raffigurante il Cenacolo
e da vari elementi come una rete di
ferro, tazze in ferro, lance, semi, pane e carbone. L’opera dal 2010 è stata
presentata in prestigiose sedi di cui si ricordano il Museo Diocesano di
Brescia nel 2011, l'antiquum Oratorium Passionis di Sant'Ambrogio a Milano,
sempre nel 2011 e all’Università Cattolica di Milano nella mostra a cura di
Cecilia De Carli, nell’ambito delle manifestazioni
dedicate a Expo 2015. Nel 2012 l'opera viene acquisita per la collezione d'arte
del museo Diocesano di Brescia, grazie alla lungimiranza del Direttore Don
Giuseppe Fusari.
A
proposito delle sue opere l’artista affermava: “Vorrei che il mio lavoro fosse ricordato come un lavoro, appunto. Non
ho mai avuto un’idea romantica dell’arte come emozione, sensazione, cosa
privata, ma ho sempre cercato una sorta di documentazione, informazione,
archiviazione. Non ho cercato la mia voce ma tutte le voci, soprattutto le voci
che nessuno ascoltava: le voci della Valle, che è un frammento della valle del
mondo”.
In seguito alla morte di Franca
Ghitti, per volontà della scultrice è nata la Fondazione Archivio Franca Ghitti che si propone di promuovere
l’opera dell’artista a scopo culturale in Italia e all’estero.
Info volume
Franca
Ghitti
a
cura e con saggio introduttivo di Elena Pontiggia
Skira editore, 2016
edizione
bilingue (italiano-inglese)
24
x 28 cm, 128 pagine
110
colori e b/n, cartonato
ISBN
978-88-572-3411-3
€
28,00
Coordinate evento
Titolo Presentazione del volume “Franca
Ghitti”
Sede Sala Conferenze del Museo di Santa Giulia, via Piamarta 4 - 25121 Brescia
Data lunedì 19 giugno 2017, ore 18
Ingresso gratuito
Informazioni al pubblico roberto.crescenti@gmail.com
Ufficio stampa
IBC Irma Bianchi Communication
Tel.
+39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi
e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it
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