Una personalità straripante e multanime, di onnivora curiosità intellettuale.
Uno spirito mistico e appassionato di operosità innovatrice e leggerezza.
Davanti a me ho una donna coraggiosa che ama mettersi in gioco, che sa prendere posizioni estreme ed anticonformiste, quando rispondono a dei valori che lei sente profondamente.
La sua arte è tagliente, le sue opere cariche di tutta la crudeltà e l'ambigua bellezza della natura umana.
Uno spirito mistico e appassionato di operosità innovatrice e leggerezza.
Davanti a me ho una donna coraggiosa che ama mettersi in gioco, che sa prendere posizioni estreme ed anticonformiste, quando rispondono a dei valori che lei sente profondamente.
La sua arte è tagliente, le sue opere cariche di tutta la crudeltà e l'ambigua bellezza della natura umana.
Lei è un'Alice moderna, disincantata, ed il Paese delle sue Meraviglie sono le umane paure.
Monica Marioni è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine
Monica
artisti si nasce o si diventa?
Lo
si nasce nei contenuti, lo si diventa nella forma.
Quando
hai cominciato ad approcciarti all'Arte, qual è stata la spinta per cominciare?
Il
bisogno di dare forma e porre al di fuori da me i demoni che mi abitano. C’è
chi fa arte per scelta, per me è una necessità. Se non avessi avuto
l’opportunità di fare arte vivrei molto peggio oggi, proprio a livello mentale.
Se io
dico “Contemporaneità”, tu dici…
Spaesamento.
Mi pare la matrice del vivere odierno, troppi punti di riferimento sono
scomparsi troppo in fretta e ora si va in ordine sparso, non come respirando la
libertà bensì come sperduti in un mondo troppo vasto.
Ci sono
alcuni artisti che hanno influito o influiscono sul tuo lavoro? A cosa ti
ispiri?
Moltissimi sono gli
input che attivano il mio output, non tutti coscientemente peraltro. Certamente
grandi creatori di visioni come Hitchcock e David Lynch, Stanley Kubrick,
David Lynch e Quentin Tarantino per stare sul cinema. E poi Kafka ed Edgar
Allan Poe sul versante letterario, li sono molto classica. In arte, dall’uso
della luce caravaggesco al decorativismo di Klimt, credo di essere sotto
l’influenza praticamente di tutta la storia dell’arte; ma di più, di tutto ciò
che vedo.
Secondo
te, cosa ci definisce? Ciò che siamo o ciò che facciamo?
Dipende
dal punto di vista: dal nostro, facciamo secondo ciò che siamo, a guardare da
fuori è più vero il contrario. L’importante è che si riesca a mantenere molto
vicine le due cose, perchè il fare cose lontane dal nostro essere non può che
crearci nevrosi e insoddisfazioni.
Chi
riconosci come tuoi simili?
In
primis chi fa; non importa cosa nello specifico, ma tanti sono i miei incontri
con chi parla, e così spesso ho verificato l’assenza di sostanza e azione
dietro narrazioni anche favolose, che ho capito con chiarezza anche qualcosa di
me. Io ho davvero poco da spartire con chi trova mille ostacoli per non alzarsi
e fare.
Tra le
tue opere, ce n’è una cui sei più legata, diciamo per “affinità elettive”?
Faccio
figli e figliastri si, ed in genere sono le opere meno “estetiche” le mie
preferite, quelle che alla fine entrano di rado tra le selezioni in mostra. Probabilmente
è lo stesso principio con cui adotto i cani, mi porto a casa sempre il più
sfigato della cucciolata.
Chi, o
che cosa, alimenta la tua passione per l’arte?
Direi
le persone. Nel senso che spesso creo a seguito di incontri, conversazioni con
persone stimolanti. Quasi mai si tratta di personaggi noti, c’è tanta ricchezza
nascosta tra la gente qualsiasi.
Come
giudichi il Paese ITALIA in genere?
La
terra del chi striscia non inciampa, soprattutto nel contemporaneo, che qui da
noi è un settore molto piccolo e pesantemente relazionale. Ancora oggi incontro
continui ostacoli nel mio lavorare con la nudità, per dire. E un certo
fatalismo piagnucoloso che mi fa dire: c’è più tristezza che miseria in
Italia.
E a
Milano, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Milano
non è diversa in quanto detto prima, lo è nel consentire a tutti una nicchia:
Qui puoi seguire la tua strada e crearti
una tua dimensione lavorativa. Naturalmente fuori dai radar, che in arte viene
censito solo ciò che è in galleria o in accademia.
Cosa
accadrà in futuro? Cosa è scritto nell’agenda di Monica?
C’è
scritto Napoli. Dall’anno prossimo sarò in una nuova città, splendida per cibo
clima e attenzione alle proposte culturali. Vi ho esposto FAME! nel 2015 con
grande successo, l’ho vissuta per un mese durante la realizzazione del corto LE
UMANE PAURE, ora in scena al Teatro Parenti e che concluderà al MADRE proprio
di Napoli la sua “tournee”. La facilità ed il trasporto con cui tante persone
già collaborano con me mi conduce lì.
Tre
aggettivi che ti rappresentano, o ti definiscono.
Pigra
determinata e megalomane.
Qual è il
tuo motto?
La
regola delle 3 C: alzare il Culo, farsi il Culo, avere Culo.
Ed il tuo
vizio preferito? O hai solo virtù?
In
realtà sono fatta per lo più di vizi, ma ho anche qualche virtù, tipo fumare e
bere molto rum scuro.
Qual è, a
tuo avviso, il compito dell’artista? Tu perché crei? Cosa ti spinge a dar forma
ai tuoi pensieri ed alle tue emozioni?
Io
creo per necessità psicologica, non lo facessi starei in clinica. Altri lo
fanno per fama, testimonianza sociale, o perchè è sempre meglio che lavorare.
Tutto valido al pari, siamo tutti semplici testimoni del nostro tempo, non
insegnanti. La cultura non è l’educazione.
Che cosa ami
di più?
I
miei cani, la mia famiglia naturale e lavorativa e i maghi in TV.
Qual è la
tua più grande paura?
L'abbandono.
in assoluto! E' come si ti strappassero il cuore dal petto.
L’Uomo è
ancora misura di tutte le cose?
Oh
no, le cose sono a misura d’uomo, ma l’uomo è tale solo se in grado di
misurarsi con le cose, in termini di produttività e funzionalità. No, c’è molta
più teknè che humanitas oggi.
Cos’è per
te la Bellezza?
L’italia
e la sua arte classica, Rinascimento in primis. Ho avuto la fortuna di vedere
tutto il mondo fin da bambina ed il nostro paese continua a sembrarmi il più
bello. All’arte di casa nostra poi io devo molto in termini formali e cromatici.
Cosa fa Monica
quando non è un “Artista”? Come trascorri i tuoi giorni, e, soprattutto, le tue
notti?
Sono
artista soprattutto di notte, di giorno a metà tra un ghiro e uno studioso
ricercatore, la sera una cacciatrice di stimoli e leggerezza.
"Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò."
Se volete sapere di più su Monica Marioni, seguitela nei suoi canali social...
Facebook >>> https://www.facebook.com/marionimonica
Instagram >> https://www.instagram.com/monicamarioni
YouTube > https://www.youtube.com/user/monikfede
Nessun commento:
Posta un commento