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Idolo Hoxhvogli, Chier spectaculaire, in Introduzione al mondo. Notizie minime sopra
gli spacciatori di felicità, p. 67.
Un varietà indisse dei
provini. Si presentarono migliaia di persone. Ogni piaga della società – piega,
mi correggo – era rappresentata. Tutti in cerca di fortuna. Dopo mesi consumati
in selezioni spietate, rimasero in due: un intellettuale e il prestante Ano. Il
confronto sviluppato nella sede legale dei produttori non stabilì alcuna
supremazia. L’intellettuale prevaleva negli
argomenti degni di nota, il vigoroso Ano era imbattibile in tutto il resto.
Gli esaminatori decisero di rivolgersi a dei commissari
esterni: ispettori del Dipartimento di Proctologia dell’Intrattenimento e
umanisti delle accademie. I proctologi, dopo un’accurata ispezione,
apprezzarono l’integrità di Ano: nessuna traccia di ragadi. Gli accademici ne
sottolinearono il fascino silenzioso, come del non detto che vorrebbe farsi
cogliere. Interrogato da uno scrittore circa l’essenza del contemporaneo, Ano
sbalordì la commissione con una sentenza magistrale: la contrazione delle
labbra in un risolino lussurioso. Gli esperti capitolarono, Ano sarebbe stato troppo
desiderabile per il pubblico, non si poteva tenerlo fuori. Sia la consulta di
intellettuali che i luminari della proctologia optarono all’unanimità per il
bellissimo Ano.
Come pronosticato dagli strateghi, la trasmissione fece il
pieno di ascolti. Il picco di chier arrivò durante un confronto sulla capacità dei media
di migliorare la società. Cercando di proferire parole ponderate,
Ano fu colto da un brusco attacco di tosse
petodefecante. Le telecamere vennero travolte dal
letame. I telespettatori aprirono sorpresi la bocca bramosa.
Idolo Hoxhvogli, L’opinionista
non viene senza il morto,
in Introduzione al mondo. Notizie
minime sopra gli spacciatori di felicità, p. 68.
La relazione dello psichiatra
terrestre: «Ha una curiosità morbosa verso atti sessuali e nudità altrui.
L’osservazione di fatti privati è accompagnata da autoerotismo». È un guardone.
Gli alieni sostengono invece che
sia un gran signore. Sarà un maniaco sessuale – come dichiarano giornalisti e
scienziati della comunicazione terrestri – ma la diagnosi di voyeurismo è
compiuta dagli stessi che, secondo uno psicologo di Marte «Hanno un interesse
patologico per bambine strangolate e fenomeni affini. All’uomo che
sbrigativamente chiamano voyeur interessa il sesso. I detrattori del voyeur
preferiscono neonati sgozzati, fidanzate impiccate, ragazzi stuprati nei
giardinetti e gang bang con cavallucci marini. Il detrattore del voyeur è il
necrovoyeur. Il piacere del necrovoyeur è
così grande che ne ha fatto una professione: l’opinionista televisivo».
Indiscrezioni vogliono che un
cameraman plutoniano abbia affermato che «La telecamera riprende mezzobusto gli
opinionisti terrestri di cronaca nera per non mostrare cosa succede sotto:
indossano pantaloni bagnati, non per autoerotismo, ma per auto-autoerotismo. La
fuoriuscita avviene da sé in presenza del necrooggetto di cui si nutrono le
loro ossessioni».
Il guardone, a confronto, si contenta
di poco, appartiene a un’altra epoca. È l’attore di un film in bianco e nero.
Idolo Hoxhvogli, La gioia, in Introduzione
al mondo. Notizie minime sopra gli spacciatori di felicità, p. 69.
Va a spasso con un criceto al
guinzaglio. Le strade sono piene di gatti. Esce di casa. Superato il primo
isolato, il criceto scompare. Se lo è mangiato un gatto. Fruga nelle tasche e
afferra qualcosa. Tira fuori le mani. Stringe un criceto. Altri si vedono
arrampicati sul dorso della mano, con le unghie e i denti stringono la pelle
fina del dorso. Se sapessero, non avrebbero fretta. Ha le tasche piene di
criceti. Quello che pesca lo lega al guinzaglio. Gli altri li rimette a posto.
Continua il passeggio. Un nuovo gatto si avventa sul nuovo criceto, ma non
riesce a strapparlo via. Rimane una testa di criceto al guinzaglio che
ballonzola col corpo straziato. L’uomo continua. Trascina il criceto. Trascina
il gatto con gli artigli affondati nel corpo del criceto. A pochi metri di
distanza lo seguono i gatti della città. Sopra di lui, dalla finestra, un
telespettatore si masturba.
Idolo Hoxhvogli, Prostituzione per
saltare le staccionate, in Introduzione al mondo. Notizie minime sopra
gli spacciatori di felicità, p. 72.
La prostituzione è il fondamento del matrimonio, quindi della famiglia, in
quanto funge da valvola di sfogo di pulsioni che nel nucleo familiare non
trovano una corretta canalizzazione. Le linfe venefiche che percorrono gli
sposi portano la casa allo sbando. La prostituzione è messianica. Libera la
mente dai tarli, dalle perversioni nefaste, dai liquidi insalubri per la tranquillità
di bimbi incolpevoli. La prostituzione affranca le famiglie dalle scorie
putride che in queste si depositano. Come i cascami dei fabbricati fanno
maturare tumori rapidi come gazzelle, così gli scarti dei bisticci fomentano la
rottura. La prostituzione salva la vita, e in essa i matrimoni. Volete
strangolare la vostra dolce metà? Fruite saggiamente della prostituzione.
Tornerete tra le mura domestiche docili come agnellini. Ogni legame incontra
ostacoli. Il ruolo principale, nella soluzione
di un problema, è l’architettura dello stesso. Una prostituta vi aiuta a
rappresentare il problema, che è risolvibile se
a figurarlo è una mente serena perché ha goduto della prostituzione. La
prostituzione aiuta dunque a saltare pericolose staccionate.
Idolo Hoxhvogli, Effetti
collaterali della filantropia, in Introduzione al mondo. Notizie minime sopra gli spacciatori di felicità, p. 74.
Dialoga con tutti. «Ognuno ha del
buono da dare. Sono aperto e disponibile». Ogni trenta metri incontra un
deficiente con cui parla mezz’ora. Passa le giornate trafficando coi sordi, e
le notti pensando ai ragionamenti dei citrulli. Ne ama le debolezze. Li
giustifica e comprende. Chiede loro di non alzare la mano contro il malvagio,
piuttosto: «Fatevi picchiare». Non è retorico quando dice: «Porgete l’altra
guancia», «Amate il prossimo», «Sacrificatevi per il bene comune». È giovane.
Pecca di fiducia e ingenuità. Non comprende che porgere la guancia a un peso
massimo è gravoso, amare il prossimo che ci vuole fregare è controproducente,
sacrificarsi per il bene dei potenti è blasfemia. Non si accorge che da dietro
streghe gli tagliano i capelli e genitori gli mandano bambini scrocconi. È
gentile. Se una iena ha fame, le dice: «Mangia del mio stinco». È un bravo
ragazzo. La gente se ne approfitta. Si chiama Gesù Cristo.
Idolo Hoxhvogli |
Idolo Hoxhvogli (1984) è nato a Tirana e vive a Porto San Giorgio. I suoi scritti sono presenti in numerose antologie e riviste italiane e straniere, tra cui «Gradiva International Journal of Italian Poetry» (State University of New York at Stony Brook) e «Cuadernos de Filología Italiana» (Universidad Complutense de Madrid). Tra i suoi lavori ricordiamo Introduzione al mondo, Scepsi & Mattana, Cagliari 2012.
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