In questo inizio d’autunno 2012, nello spazio della Galleria del Carbone di Ferrara, in Via del Carbone 18a, sono ordinate le tavole che gli autori (nomi importanti e rappresentativi della storia della Poesia Visiva) hanno inviato a partire dalla primavera scorsa.
Ed ecco che, su improbabili leggii, sfilano le immagini e interagiscono con parole, frammenti, lacerti, abbecedari, citazioni, nonsensi, enigmi, come pagine archeologiche nelle quali va scoperto un codice e laddove la varietà non serve a chiarire, ma a moltiplicare le possibilità di senso.
La poesia visiva non ricerca una preminenza della parola sull’immagine, né il contrario, essa porta lo sguardo e l’ascolto a fluttuare, come un’onda dal testo visivo a quello scritto, convalidandone l’inscindibilità. L’intento sotteso pare sia dare indizi sempre nuovi per possibili soluzioni dell’incognita, e tuttavia sulla pagina le scritture si offrono precise come “parole d’ordine”. Non lasciamoci trarre in inganno dal testo che si compone, e finisce, dentro i confini della pagina o della tavola che per lo più è tutta racchiusa nella piccola dimensione canonica di un foglio A4 o pressappoco. E non tragga in inganno neppure la forma criptica, a volte, ruvida, pungente, ispida, che porterebbe a distanziarla dal concetto di poesia, che nell’accezione popolare è sinonimo di intenzione dolce (dolcificata, sdolcinata).
La poesia è parola che apre, non parola che denota, contorna, circoscrive e ferma le cose. La parola poetica è chiave, l’opposizione di positivo e negativo, ambedue necessari per far scattare la serratura. Chiave per accedere a un mondo. Le sue stesse sonorità, i fonemi, separati l’uno dall’altro, aprono a nuovi significati ed apportano senso altro, tracciabile nell’aria quasi come corpo fisico.
E non lasciamoci ingannare neppure dalla forma grafica delle tracce sul foglio. A volte sono fili che dipanano una scrittura corsiva, a volte sono rigide forme stampate concluse in se stesse. Anche di queste forme possiamo far uso per entrare nel senso della parola. La parola è cosa da guardare, tastare, percepire a più livelli, ha spazio dentro e si concede al fuori. Tanto più la parola è ambigua e si apre insatura, crea nuovi legami quasi chimici, tanto più contiene significato. In questo senso è poesia.
La poesia visiva è parola da guardare ed indagare. Nel confine della pagina restano imprigionati dei segnali, che sono tracce impastate in coaguli cromatici o forme riconoscibili, per suggerire possibili percorsi.
Lì dentro non è sigillato un singolo significato, sono energie che si diramano, si incrociano, dilagano in nuovi liquidi pensieri.
_____________________________
Visual Poetry - 24 artisti di poesia visiva
a cura di Lucia Boni, Paolo Volta
21-30 settembre 2012
Galleria del Carbone,
Via del Carbone, 18a
FERRARA
+39 3939546489 , +39 0532761642 (fax)
ARTISTI
Davide Argnani, Carla Bertola, Anna Boschi, Gianni Cestari, Maria Pia Fanna Roncoroni, Fernanda Fedi, Gio Ferri,Giovanni Fontana, Nicola Frangione, Gino Gini, Arrigo Lora-Totino,Ruggero Maggi, Alberto Mari, Terry May, Enzo Minarelli, Massimo Mori, Maurizio Osti, Paolo Pallara, Michele Perfetti, Lamberto Pignotti, Gian Paolo Roffi, Romolina Trentini, Alberto Vitacchio,William Xerra
[Fonte: Exibart]
[Fonte: Exibart]
Nessun commento:
Posta un commento