L’ opera racconta e riporta alla memoria dei visitatori Il gesto della raccolta del sale compiuto da Mahatma Gandhi come atto conclusivo della sua marcia avvenuta da Amedabad fino a Dandi, nel marzo 1930 in India, nell’ambito della Satyagraha (Lotta partecipata di un popolo senza ricorrere alla violenza), per manifestare contro la tassa sul sale, su cui vigeva un assoluto monopolio imperiale, imposta dal governo britannico a tutto il popolo indiano. La marcia durata 26 giorni coprì a piedi una distanza di circa 200 miglia e portò la protesta pacifica direttamente nelle saline, presidiate dalla polizia inglese. Partirono in 78 e arrivarono in diverse migliaia. La “marcia del sale” si concluse con l’arresto di più di 60.000 persone, tra cui Gandhi, condannato a 6 anni, e moltissimi membri del Congresso. Fu un gesto di grande importanza sociale, e come disse Gandhi: “With this, I am shaking the foundation of the British Empire”
L’atto partecipato che i tre artisti richiedono ai visitatori, è raccogliere un pugno di sale sottraendolo al “mandala” da loro composto e andarlo a riporre nel contenitore trasparente, man mano che i visitatori raccoglieranno il sale per conservarlo come bene prezioso (purifica, conserva, protegge), verrà svelato il disegno iniziale del mandala.
Un gesto che ci fa salire verticalmente dal basso verso l’alto, così come avviene durante la costruzione della nostra anima, tra ricordi, memorie e ambizione di sogni poetici, per far sì che si arrivi ad un Altrove dove le nostre esistenze diventano collettivo universale di rispetto per l’esistenza umana. Fare nostro un atto, istintivamente impossessarsi della sua vitalità e immedesimarsi alla scoperta finale di un bisogno di pace.
Exibition of Contemporary Art
Video proiettato insieme all'esposizione del mandala ricoperto di sale.
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Beelissimo!
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