"Semplicemente un giorno mi sono svegliato con la convinzione di voler fare lo stilista.”
Creatività in tumulto e talento di rara intensità seduttiva. Il suo rapporto con la moda lo definirei "una bellissima storia d'amore", in cui la passione è l'ingrediente magico di ogni sua creazione sartoriale e visione artistica.
Passione per la propria terra, la propria cultura, le proprie origini, passione per il bello che prende sorprendentemente vita negli abiti del talentoso designer palermitano.
Sergio Daricello è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine.
Fashion
designer, artista e professore all’Accademia delle Belle Arti. Un curriculum di
tutto rispetto il tuo in cui spiccano i nomi di Anna Gemma Lascari, di Etro e
Dolce e Gabbana, e ancora Gianni Versace e Giuliano Fujiwara ed infine la
regina del pop Madonna. Premesso che pretendo risposte che vanno in profondità, e non in
lunghezza, chi è, a parte tutto questo Sergio Daricello?
Beh, aiuto, difficile
parlare di me in terza persona... Credo di essere una persona che crede
fermamente che il sogno possa diventare una realtà, capace di affrontare quei
lati oscuri e difficili che nelle favole vengono accennati. La caparbietà mi
distingue credo, la voglia di cimentarmi in avventure che mi piacciono un sacco
nonostante mille casini, sono un uomo che non ha mai perso il bambino che era,
e credo di essere un creativo. Per creativo intendo quell'essere sempre con le
mani e la testa indaffarate a disegnare, pensare e costruire, a smontare e
rimontare. Ho sempre amato disegnare, e quindi credo di essere un buon
disegnatore, ho sempre amato leggere, e sono un buon lettore, sono un amante
dei gatti perché li ritengo esseri speciali. Sono uno che non ama per nulla i
cani e non mangio pesce.
Sono un amante della Regina Marie Antoinette e
colleziono oggetti artistici e porcellane e libri che la riguardano, sono un
siciliano innamorato della sua Palermo e vorrei poter avere braccia grandi per
poterne abbracciare ogni singola pietra. Sono un fotografo innamorato dei
soggetti che ritrae (monumenti per lo più) sono un buon amico spero, anche se
non molti capiscono che non sono sempre libero. Sono un professore che ama
trasferire quanto imparato ai suoi studenti, sono uno stilista che ama creare
un mondo con il proprio gusto e che spera che anche gli altri lo amino, sono
una parte della mia famiglia che amo, sono quello che non ha mai tempo e che
cerca in ogni modo di far tutto, sono una persona che ama il proprio compagno e
vorrebbe sposarlo ma la legge non glielo permette, sono quello che a volte ride
quando dovrebbe incazzarsi, e si incazza quando dovrebbe ridere, sono quella persona
che combina cavolate e poi trova il modo per recuperare bene, sono quello che
difenderebbe la propria libertà, e che difende i propri gusti musicali che
tutti gli criticano ma un po' me ne frego se certe cose mi danno gioia; sono
quello che soffre per le cattiverie fatte senza motivo e per alcune invidie, e
sono quello un po' sbadato che dimentica di pagare le bollette perché rimanda
al giorno dopo perché non ha tempo, e poi si ritrova senza gas e luce.
Insomma
sono un "Pesci" con un ascendente "Gemelli" tendente al
biondo, ma in molte cose ho un senso pratico che gli altri non si aspettano e
forse invidiano. Sono uno che non sta mai fermo, che vorrebbe girare per un mese tutto il
mondo, non per lavoro, ma per conoscere e magari poter dormire di più la
mattina. Cambia l'ordine a tutte queste cose e il risultato non cambia.
Sergio chi o cosa ti ha
portato al mondo della moda?
Mi ci ha portato un insieme di cose
tutte accadute nello stesso momento: un viaggio a Parigi, l'amore per la creatività, un consiglio di
una zia molto amata, una professoressa di accademia, un amore che mi ha rifiutato perché
impossibile e lontano, e la voglia di costruire uno stile, e quella voce che mi
diceva dentro da tanto tempo che quella era la strada giusta per me.
Se dico “Istanbul”, tu
dici…
Una delle porte del mio
cuore.
La città che mi ha permesso di
tagliare con un passato che non mi apparteneva più e che non riuscivo a
scollarmi di dosso, la città che amo e che mi ha riportato alle mie radici,
alla mia Palermo. Istanbul mi parla di tradizioni, di grandi amici, di persone
che sono entrate nel mio cuore, di lunghe passeggiate sul bosforo a guardare i
minareti mentre il sole sta calando e restituisce un cielo di un blue violaceo
trapuntato di stelle. Istanbul e i suoi suoni, la sua luce, il suo cibo, resta,
quando chiudo gli occhi un rifugio, un profumo che si insinua senza che non ci
sia una lacrima di nostalgia quando sta per svanire. Istanbul è la città che ha
rifinito l'uomo che sono.
In che cosa consistono le tue “creazioni”: che temi
affronti e con quali materiali? Puoi citarne alcuni?
Le mie creazioni oggi sono
prevalentemente abiti. Purtroppo il tempo libero a disposizione per dipingere o
modellare è davvero poco, per cui quello che resta lo dedico ai miei affetti.
Il mio lavoro è comunque anche il mio divertimento, il modo che ho per
riversare la voglia di fare e di creare. I temi che affronto sono sempre legati
alla mia terra, alla mia città, non guardo troppo alle tradizioni ma allo
snodarsi artistico architettonico che le varie dominazioni hanno avuto a
Palermo. Mi piace entrare dentro le linee, trovarne sintesi modellistiche e
stilistiche per poi avere invece chiari rimandi con le stampe che raccontano
forse un po' più didascalicamente (ma spero non con accezione negativa) quanto
mi abbia ispirato. Per i materiali amo sempre le sete e le organze, non so
perché, forse perché sebbene trasparenti e leggere mi permettono di poter usare
delle strutture ben definite in grado di restituire alla fine dei volumi netti.
*Foto: Credo Photography
Model : Glora Ascolese
MUA: Fabiana Amabile
Chi riconosci come tuoi simili?
Quelli che sognano sempre, che provano
a sorridere e ci credono, quelli che non se la tirano, e quelli che non hanno
paura, mi piacciono le persone semplici che hanno comunque una personalità
molto ben definita. E mi piacciono le persone complesse che però una volta che
hai capito le loro ascisse e coordinate diventano di semplice lettura.
Nel tuo lavoro creativo,
a cosa ti ispiri? Come nascono le tue collezioni?
Le mie collezioni nascono da lunghe
passeggiate domenicali in cui la città mi entra dentro e ascolto certi stimoli
anziché altri. E' lì il momento in cui tutto ha inizio. E così fotografo ed
incamero, e poi la testa fa il resto.
Come giudichi il Paese ITALIA in genere?
Paese esteticamente molto bello,
troppo diverso al suo interno, troppe divisioni e razzismi che non portano
sicuramente alla crescita. A livello politico avrei da scrivere un'enciclopedia
ma meglio tacere, forse perché non ho una levatura rilevante, o forse perché
comunque sarebbe inutile. Quello che vedo però è che ogni bene che ne viene
fuori nasce dal singolo e non dall'istituzione statale, ma lamentarsi non serve
comunque.
E a Palermo, dove vivi e
lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Io
sono pazzo visionario temo, ma io vedo una città che sta riprendendosi dopo
decadi buie, vedo una città bellissima che evolve e con mille opportunità da
cogliere ma che nessuno vede perché sempre tutti convinti che nulla cambi. Io
le vedo invece e do tempo cinque anni affinché anche gli altri possano vederne effettivamente il miglioramento.
Pensi davvero che oggi
sia più facile?
Non
l'ho mai pensato, anzi penso tutto il contrario, ma non per questo penso sia
impossibile, forse più ardimentoso ma anche divertente, se fosse facile non ci
sarebbe nessun piacere. Bisogna studiare tutte le situazioni più in profondità
e soprattutto essere pronti ad ascoltare anche il vento che spesso ci racconta
cose che non ascoltiamo per distrazione.
*Foto: Marco Mezzani
MUA: Roberto Mambretti
Cosa accadrà in futuro? Hai qualche progetto o evento in
programma?
Vorrei Sposarmi ma non posso... Ma
forse la domanda era professionale?
Allora, in futuro la mia collezione
sarà presente in Francia, a Parigi con l'ufficio stampa e con lo showroom vendita.
Magari a marzo proprio in Francia faremo una presentazione della collezione. Ma
non aggiungo nulla di più. Stay tuned, direbbe qualcuno.
Tre aggettivi che ti rappresentano.
Caparbio, sognatore, emotivo (in
bilico con sensibile che ha un'accezione più positiva)
Cosa fa Sergio quando non è un "Fashion Designer"?
Legge, si occupa dei gatti, fa il
turista, sta con la sua nonna, sta con il suo compagno, prova a cucinare, e
canta, canta sempre anche quando è un fashion designer.
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