È tra tra gli eventi collaterali
dell’edizione primaverile di ArtParma Fair ( viale delle Esposizioni, 393 dalle
10 alle 19 il 27/28 febbraio e il 4/5/6 marzo dalle 10 alle 19) kermesse d’arte
moderna e contemporanea concomitante al Mercante in Fiera. Maurizio Ceccarelli
e Teso offrono in questo progetto inedito e site specific un focus su come
street art, writing e concettuale possano dare vita a interessantissime
contaminazioni dal sapore accattivante che solo il pop sa offrire in maniera
fresca e veloce.
Teso (aka di Corrado La Mattina) nasce a Cava De’ Tirreni nel 1982.
Dalla solida formazione accademica e dal ricco curriculum espositivo (che va da Circumwriting a Napoli nel 2004–con
presentazione di Bonito Oliva- al PAN nel 2011 ad I HAVE A DREAM a Palazzo
Reale a Milano nel 2014) riesce con maturità a fare convivere l’anima della
tradizione pittorica di ascendenza pop e concettuale con lo spirito libero di
Street e writing, ove mette abilmente a frutto l’abilità nella deformazione
della figura, nella distorsione, nell’ingrandimento quasi caricaturale del
particolare. Le opere di Teso sono spiazzanti
proprio per quest’apparente ambiguità di segno. Non i colori fluo del sogno,
non quelli acidi di speranze intuite, mai dichiarate e già disilluse, ma
piccoli capolavori del concettuale. Persino commoventi per quella ruvida
eleganza, per quella l’attenzione al mondo che solo Beuys sapeva donare ai suoi
lavori. La superficie su cui Teso opera
è una t-shirt, impregnata di resine, stucchi, olio e spray. I colori
sottotono, indefiniti, sporchi di altro. Il sangue di un soldato, il sudore
dello sportivo, forse l’agonia dei
martiri. Scrive Raffaella A. Caruso curatore dell’esposizione: “ Parlare ai
muri è una frase idiomatica di sconforto… sto parlando al muro perché tu non mi
ascolti. Ma in casi fortunati, che sono quelli dell’arte e del cuore, sono i
muri a parlarci, accogliendo la protesta, la vita e la sensibilità di chi
passa…Ho sempre rifiutato di vedere il lavoro degli street artist compresso,
costretto in dimensioni e superfici per loro innaturali. La street nasce per
strada, parla ancora più velocemente la lingua meticcia del pop, è gesto, è
protesta non violenta. E proprio con Teso, allora in duo con Gola, ebbi l’intuizione
di riportare per strada con l’indumento più pop e più street che il mondo
conosca, la voce di quest’arte... Ci fu complice –era il 2013-
l’indimenticabile Elio Fiorucci che ebbe a dichiarare “la Street Art è vita, è
verità”. Ecco Teso iniziò allora a ragionare su come riportare le proprie opere
per strada. Nascono così questi pezzi di muro del Bronx, di Berlino, della
striscia di Gaza, di Milano o di Scampia, ovunque siano poste barriere
dell’uomo all’uomo. Ora divise assurde, ora travestimenti da super eroi. Ma
sempre vere e da toccare, come la vita”.
Maurizio Ceccarelli da anni fa del viaggio un’esperienza intima ed
emozionale, riportando le proprie sensazioni in manifesti strappati. Non è il
gesto dello strappo che lo attrae, ma l’amore per la carta, la sovrapposizione,
la ricomposizione della storia, il riuscire a dare un senso altro alle immagini
e alle parole spesso incise su quei manifesti, a far vivere al racconto uno
svolgimento diverso. Le sue storie sono sempre ricche di colore e movimento
(quello dello spettatore che corre per le metropoli) e nonostante questo
elemento di disturbo il lettore trova subito il focus compositivo, il
significato reale, abilmente guidato dall’andamento degli strappi,
dall’intensità di retini tipografici che sanno dove fare posare lo sguardo.
L’ambiguità di segno è pure
un’altra chiave di lettura di questi lavori che altrove sono stati letti come
esercizio di decollage. Sono passati più di 50 anni e il decollage è ormai una
tecnica usata da tanti pop artist nel mondo. Ceccarelli però per essi compie
sempre un viaggio: per le strade del mondo alla ricerca dei manifesti e dentro
di sé, e questo gli permette di cogliere in rapidi passaggi, camminando sulle
banchine dei metro piccoli particolari tra i retini tipografici e tra i colori
che ingannano i grigiori metropolitani.
Sulle sue carte così c’è dell’altro. Sono le tag dei writer, i sussurri
delle nostre debolezze o le urla di protesta che non riusciamo più a gridare.
Le raccoglie, le fa sue riuscendo a trovare una poesia rara, anche nel dolore.
Dalla sua ultima esposizione a Parigi, tra dicembre 2015 e gennaio 2016, ha
portato non solo la testimonianza di uomo e di artista che è andato a fare il
suo lavoro nonostante, ma un commovente #JesuisCharlie che parla di sangue con
la leggerezza dei Peanuts e un ruvido Paris
encore, Parigi ancora e nel cuore
perché non si può rinunciare anche nel dolore al gioco delle assonanze…
E intorno nani e ballerine,
geishe dell’altrove ed eroi di altri
mondi , cercando insieme la Rivoluzione. Eh sì, i muri parlano
FIERE DI PARMA · viale delle
Esposizioni, 393A
sabato 27 e domenica 28 febbraio
2016
dalle 10.00 alle 19.00
venerdì 4, sabato 5 e domenica 6
marzo 2016
dalle 10.00 alle 19.00
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