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giovedì 25 febbraio 2016

INTERVYOU. Nel privé con Emanuele Beluffi, intervistato da Marla Lombardo.

Photographer Credits  - Aldo Soligno
 

Personalità inquieta, ribelle, incline agli eccessi: tutti elementi che lo etichettano come genio. Può sembrare schivo ed enigmatico e la parte del tenebroso la regge bene, ma col tempo, e conoscendolo, ha un animo sensibile e romantico.   
La passione è la qualità che lo contraddistingue, nel lavoro, negli affetti, nelle cose belle. 
Per lui il senso profondo della vita si trova al di là del pensiero, tra la parola detta e scritta, dove niente è dato per scontato, senza mezze misure, privo di futili speculazioni.   
La sua visione del mondo dell’arte è disincantata, spudoratamente partigiana, dove la qualità al cubo non è merce di scambio; a questo intellettuale dissidente si deve la felice espressione, di squisito sapore goyano: “Il sonno della ragione genera mostre”.

Emanuele Beluffi è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine. 

 

Emanuele critici si nasce o si diventa?
Diffido degli enfant prodige. 


Se io dico “Kritika”, tu dici…
La beffa di Buccari: Kritika è (era) una rivista cartacea da me inventata nel 2009 insieme a Mihailo Karanovic e a Stefano Mazzoni. Ne uscirono cinque numeri a cadenza (più o meno) trimestrale, presentati in occasione di fiere d'arte come il MiArt e distribuiti (da me......) un po' ovunque. Anche fuori dai confini patrii, pensa che ne ha una copia anche il Centre Pompidou! Kritika era una pubblicazione periodica di approfondimento artistico, con mini saggi e interviste, a tema monografico e vi collaborarono alcune delle penne più argute.  

Un'altra parte secondo me interessante era l'aspetto grafico: i primi tre numeri avevano una copertina completamente nera con il numero impresso a fuoco, legatura editoriale e pagine a colori, mentre il carattere tipografico era una riedizione personale del Bodoni. La grafica e il formato richiamavano volutamente quella della defunta rivista "L'Europeo", una mia fissazione.  

Gli ultimi due numeri invece uscirono in formato tabloid (tipo La Repubblica per intenderci) e in bianco e nero, riprendendo l'aspetto del quotidiano. L'ultimo numero presentava dei bellissimi disegni realizzati da due artisti, Giovanni Manzoni ed Emila Sirakova, che si prestarono per curarne l'aspetto grafico/contenutistico e fu portato a KunstArt Bolzano 2012. Anche Giancarlo Politi ne prese una copia: quando lo incontrai alla Biennale di Venezia l'anno dopo stavo per dargliene una copia ma mi stoppò dicendo "Ah, Kritika, me la ricordo". Non so se ne ricordasse nel bene o nel male però!





Ora Kritika vive nell'etere come KritikaOnline (www.kritikaonline.com) e ci metto mano solo io: si è perso il feticismo della carta ma si è guadagnato in visibilità.  

Ultimamente l'attività si è un po' rallentata perché, come ti ho detto, seguo da solo il sito e ora, fra le altre cose, collaboro a il Giornale e il Giornale OFF, quindi il tempo si è ridotto un po', ma diciamo che almeno una volta alla settimana c'è qualcosa di nuovo su KritikaOnline.



Cos'è per te il Talento?
Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento (cit.). 


Da dove nasce la tua passione per l’Arte?
Dalla rabbia.


Photographer Credits - Du Musst Caligari Werden
Photographer Credits - Du Musst Caligari Werden


Chi riconosci come tuoi simili?
Chiunque ieri sera abbia guardato la Dea Bianca lassù. 


Quali sono state le tue collaborazioni più importanti?
Quella con un notissimo bibliofilo (non) milanese e quella con una not(issim)a galleria (milanese).  


Come giudichi il Paese ITALIA in genere?
Non è mai stato così conformista come ora  


E a Milano, dove vivi e lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Milangeles è sempre stata dinamica nei suoi due core business, moda e arte. Nell'arte ora anche più di prima, impossibile essere a tutte le inaugurazioni. Il denaro c'è, circola meno di prima ma c'è. Il privato nella cultura è formidabile e devo dire che (eccezioni a parte, che sono statistiche) l'offerta è ora generalmente notevole, mentre dal punto di vista istituzionale il settore lascia un po' a desiderare nonostante gli innegabili sforzi. 


Cosa accadrà in futuro? Cosa è scritto nell’agenda di Emanuele?
L'improbabile governa la nostra vita. Infatti non ho un'agenda. 


Tre aggettivi che ti rappresentano, o ti definiscono.
Lunatico ma cum judicio. Riservatissimo. E pensoso, visto che sto pensando al terzo aggettivo senza che me ne venga in mente uno che sia uno.

Photographer Credits  - Maurizio Temporin
 

Qual è il tuo motto?
Ogni lasciata è persa. 


Ed il tuo vizio preferito? O hai solo virtù?
I vizi sono sovrastrutture ideologiche. Tutt’al più ho piacevoli abitudini. 


Che cos’è per te “essere estremo”?
L’estremo è l'estetica dell'eccesso.

Photographer Credits  - Christian Zucconi
 

Qual è la tua più grande paura?
Non rientrare più in possesso della prima edizione originale e mondiale dell'"Horcynus Orca" di D'Arrigo improvvidamente prestata a un artista. 


La tua coscienza è più apocalittica o più integrata?
Inutile strillare, imparate da Darwin: sopravvive chi si adatta.
 

Cosa fa Emanuele quando non è “Emanuele Beluffi”?  Come trascorri i tuoi giorni, e, soprattutto, le tue notti?
Io è molti e i conti non tornano perché la notte son fuori dal castello.


Photographer Credits  - Giovanni Manzoni Piazzalunga






 

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