Verrò a prenderti e ti porterò nella foresta della mia pazzia. Tappeti di muschio, soffitti di rami imbottiti di gemme, festoni di pampini dalle snelle colonne dei grandi alberi. Chiuderò ogni spiraglio di sole e accenderò lampadari di gaggie. T'accarezzerò. Ti bacerò e senza vesti, alla musica dei silenzi, ti stringerò a me, e balleremo
balleremo
balleremo per quaranta giorni
e per quaranta notti.
Poi ti darò in pasto ai grilli e le cicale, perché nessuno possa più ballare con te.
Io m'affogherò nella rugiada.
Non per vivere insieme ma insieme per vivere.
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