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martedì 3 dicembre 2019

GUSTO. Col Panettone Malvasia è stato amore al primo morso, a cura di Marla Lombardo.

Il Natale è alle porte e le tavole degli italiani stanno per riempirsi di dolci prelibatezze, in particolare non mancheranno di certo Panettoni e Pandori.

Chi mi conosce bene sa che non sono tanto un'amante di dolci ed a Natale preferisco il pandoro al panettone.
Ma quest'anno ho vuto un colpo di fulmine con un particolare panettone: Il Malvasia, della pasticceria artigianale Mangiafico.

Sono andata personalmente nel laboratorio a Solarino e lì il maestro pasticcere Pippo Mangiafico mi ha mostrato la preparazione di questo particolare panettone. Con la curiosità di una bambina, ho sbirciato anche nel suo ricettario scritto a mano che di anno in anno si arricchisce di ricette per nuovi prodotti dolciari... E' stata un'emozione vedere tutte le fasi della preparazione e poi sentire nell'aria quel profumo di qualcosa di veramente buono.









Il Panettone Malvasia è una delizia artigianale, gli ingredienti sono semplici e genuini, non contiene conservanti, ma ciò che lo rende unico, a mio avviso, è l'abilità e la passione nel prepararlo e quell'uvetta sultanina australiana con la copertura al cioccolato bianco, entambe macerate nel vino Malvasia, ne fanno una delizia che provoca dipendenza, almeno per me. 







Io continuo a deliziarmi con il Malvasia.... Intanto voi leggetevi qualche cenno storico sulla vera storia del panettone...  



 

La vera storia del Panettone


La storia della nascita del panettone è avvolta nel mistero, non sappiamo infatti con certezza quando sia stato inventato e da chi. Si sa per certo che si comincia a parlare di questo pane dolce nella Milano di Ludovico il Moro, alla fine del XV secolo.

Le leggende sul panettone sono ben tre, ognuna delle quali attribuisce ad un inventore diverso la paternità di questa dolcissima invenzione.

  • Ugo, il falconiere di Ludovico il Moro
  • Toni, il salvatore del Natale
  • Suor Ughetta e il suo panettone

Secondo la prima leggenda fu un’invenzione di Ugo, un falconiere di Ludovico il Moro e garzone nella bottega del pane di Toni. Ugo aggiunse grandi quantità di burro, acquistato vendendo falchi rubati a Ludovico il Moro, alla ricetta originale, insieme a zucchero, uova, pezzetti di cedro e uvetta, riscontrando un successo grandioso.


La seconda storia narra di un sontuoso banchetto di Natale alla corte di Ludovico il Moro in cui il cuoco dimenticò in forno il suo dolce, bruciandolo. Un servo di nome Toni aveva tenuto per sé un po’ dell’impasto per fare uno spuntino a fine servizio e vi aveva aggiunto uova, zucchero e uvetta. Il cuoco scoprì l’impasto avanzato e lo servì comunque, dandogli una forma di pane. Inutile dire che fu un successo, piacque talmente tanto che Ludovico lo impose in tutti i banchetti natalizi seguenti.

La terza leggenda narra di suor Ughetta, cuoca di un convento milanese che per Natale utilizzo i pochi ingredienti nella dispensa del monastero per realizzare un dolce per le consorelle. Al solito impasto del pane aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette e lo benedì tracciandovi sopra una croce con il coltello. Il successo fu talmente grande che i milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po’ di quel pane speciale.


Al di là delle leggende, non sapremo mai con certezza chi lo ha inventato, ma sicuramente sappiamo chi realizza i migliori panettoni di Natale e dove trovarli!




Rubrica di Untitled Magazine, ideata e condotta da
Marla Lombardo


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