Una mano insanguinata sul muro… È soltanto questo quello che rimane di
Laura Lanza, la bellissima baronessa di Carini, sacrificata dal padre in nome
dell’onore. Nota a tutti è la sua storia - ricordata come il primo
“femminicidio” d’Italia, narrata dai cantastorie sin dalla notte dei tempi e restituita
al pubblico con lo sceneggiato del 1975, con la straordinaria partecipazione di
Ugo Pagliai e Janet Agren.
Pochi, invece, dopo la novella di
Luigi Natoli composta nel 1892, si sono preoccupati o avventurati a indagarne
le origini della sua misteriosa vicenda, che si confonde e si sbriciola nell’alone
di una bella leggenda siciliana.
Adesso con “Laura
Lanza, la Baronessa di Carini – Romanzo di Cappe e Spade”, in tutte le
Mondadori, negli store online e nelle migliori librerie d’Italia per Bonfirraro
editore, lo scrittore fiorentino, di origini palermitane, Pietro Trapassi tenta di gettar luce sulla tragica storia della sfortunata
giovane di Carini, con un appassionante racconto storico che diventa narrazione
di una forte passione, rivisitato con una scrittura colta e morbida, calda e
avvolgente, che saprà ammaliare il lettore alla ricerca di una vicenda unica,
ambientata in Sicilia in pieno Rinascimento. È questo il periodo – siamo in
piena dominazione Aragonese - nel quale l’onore, inteso nel senso più rigido,
ha la precedenza sui sentimenti: niente può macchiarlo, pena la decadenza della
rispettabilità della persona e del Casato, che deve conservare integro il suo
prestigio e la sua potenza. Innumerevoli gli spunti di attualità, considerando
che il “delitto d’onore” nella penisola è stato abolito soltanto nel 1981.
Con grande acribia storica, Trapassi
compie le sue ricerche d’archivio in maniera precisa e scientifica, che lo
porteranno a sviluppare il nucleo narrativo, ma lo spunto principale gli arriva
dai ricordi della sua adolescenza, quando guardava il bel Castello di Carini:
tante volte gli avevano raccontato che proprio lì, su una roccia, rimase impressa
la mano insanguinata della povera Laura. Da qui comincia a snocciolarsi una bella
storia d’amore e d’onore…
Laura, infatti, è purtroppo il
mezzo per fare aumentare il prestigio del Casato: occorre uno sposo, almeno di
pari grado nobiliare. L’autorità paterna la spunta sulla scelta, che cade sul
figlio, Vincenzo, della famiglia La Grua, baroni di Carini. Ma Laura ama Ludovico Venagallo: i due devono
tacitare i loro sentimenti e diventano amanti. Scoperta la relazione, il
barone di Carini, consigliato da un parente religioso e inviso a Laura, riesce
a fare intervenire don Cesare per avere soddisfazione del tradimento della
moglie. La storia ci consegna, infatti, l’atto di morte della baronessa,
redatto il 4 dicembre 1563, conservato nell’archivio della Chiesa Madre di
Carini, insieme a quello di Ludovico.
Soltanto il tocco sorprendente dell’autore, che segue tutto il libro
con leggiadria e tenerezza, esplode nel finale, travolgente e originale,
riuscirà a squarciare le tenebre dell’odio.
«Si è scelto di intitolare il romanzo proprio alla
ragazza – dicono congiuntamente l’editore Salvo Bonfirraro e l’autore – perché abbiamo
voluto dare rilievo a questa figura fiera di donna del Rinascimento che paga
con il proprio sangue la sua verità, il suo essere sua e di nessun altro».
Una scelta completamente coerente
con la linea tematica di Bonfirraro, che si prefigge di riservare “al femminile”
un ampio spazio della propria produzione editoriale e un’attenzione particolare
proprio alle pubblicazioni dal carattere di denuncia nei confronti di qualsiasi
forma di maltrattamenti e di ingiustizie e di lottare per l’affermazione di
valori ritenuti inalienabili.
Conosci l’autore: http://www.bonfirraroeditore.i t/autori/item/pietro-trapassi. html
Conosci la scheda: http://www.bonfirraroeditore.i t/narrativa/laura-lanza-la-bar onessa-di-carini-detail.html
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