26 gennaio/5 febbraio | sala Shakespeare
di Alessandro Baricco
regia Gabriele Vacis
con Natalino
Balasso, Fausto Russo Alesi, Camilla Nigro, Mariella Fabbris
scenofonia, luminismi, stile
Roberto Tarasco
costumi Federica De Bona, video Indyca/Michele Fornasero
produzione Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Torino
Ambientato agli inizi del ‘900 Smith&Wesson, rinnova il sodalizio
Baricco/Vacis. Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Stabile del Veneto e Teatro
Stabile di Torino, narra “una folle
impresa”. Una giovane giornalista (Camilla Nigro), alla ricerca dello scoop
della sua vita, si reca nei pressi delle cascate del Niagara; poiché qui non accade mai nulla, decide
di ‘fare notizia” lei stessa, lanciandosi nelle cascate in una botte con l’aiuto di Smith (Natalino Balasso), sedicente
meteorologo, e Wesson (Fausto Russo
Alesi), un pescatore che nel fiume pesca cadaveri. Completa il quadro la
Signora Higgins (Mariella Fabbris),
voce fuori campo che riassume «nel monologo quasi sul finale il senso vero
dell’opera di Baricco e incarnando sul palcoscenico l’anima riconoscibile dello
scrittore» (teatrionline).
«È raro che io metta in scena
testi teatrali. Di solito li scrivo con gli attori, i testi. Di solito, più che
scritti, sono trascritti. Cioè: parlo con gli attori, che di solito sono anche
autori, o, come dicevo un tempo, autori della loro presenza in scena. Poi
improvvisiamo, costruiamo situazioni per l’azione e così nascono gli
spettacoli. Cioè: di solito lavoro per “composizione” più che per “mettere in
scena” testi. I testi teatrali mi sembrano sempre “troppo scritti”.
Ho “usato”, per i miei
spettacoli, testi di Shakespeare, di Goldoni, di Moliére... Ma sempre come
pre-testo. Come materiale per il lavoro di composizione.
C’è una sola eccezione. Un testo
l’ho messo in scena: Novecento, di
Alessandro Baricco. Ma è un’eccezione in tutti i sensi. Baricco ha scritto quel
testo perché lo mettessi in scena io, con Eugenio Allegri.
E la stessa cosa è accaduta per Smith & Wesson. Baricco ha visto
molti dei miei spettacoli, conosce il mio lavoro, come io conosco il suo. Negli
ultimi vent’anni abbiamo condiviso molte esperienze, sul palcoscenico come
nella scuola Holden. Così si realizza uno scambio ideale che mi permette di
“usare” quello che scrive come se fosse il frutto di una composizione. Infatti,
l’ho detto: Baricco non ha scritto un testo, ha scritto uno spettacolo». Gabriele
Vacis
«‘Ci aspettavamo tutti qualcosa dalla vita, ma non
abbiamo concluso niente’. Questa frase, tratta dal copione, racchiude, più di
tutte quelle che potremmo scrivere noi, l’essenza della pièce teatrale. La vita
dell’uomo comune, che vuole emergere dalle basse maree di un’esistenza
incastrata tra grandi aspirazioni ed oggettive incapacità (economiche, ma non
solo), mettendo in pratica dei talenti forse inesistenti ma che in modo
bizzarro e quasi grottesco, proprio per non rassegnarsi alla stagnazione
dell’esistenza, debbono essere esaltati. Insomma uno spettacolo divertente che
fa riflettere sul senso della vita, assolutamente da vedere!». Nicola Bano, teatrionline
«I dialoghi si sviluppano con ritmo cinematografico,
le azioni con l’essenzialità dei fumetti. Con la complicità dell’ineffabile
signora Higgins (Mariella Fabbris), spesso evocata dagli altri personaggi ma
solo alla fine rivelata in un monologo sul proscenio, i tre preparano la folle
impresa: calcoli, stratagemmi, congetture, progetti di sfruttamento commerciale
dell’evento. E a questo punto diventa pregnante la “scenofonia” di Roberto
Tarasco, che già funzionava da perno di ogni azione grazie all’invenzione di
una struttura centrale praticabile, una capanna in forma di cubo con profili
metallici e pareti di tela, che si alza su immaginarie cascate e ruota in aria
con effetti che ricordano altre immagini aeree negli spettacoli di Teatro
Settimo (come in Libera Nos, prima con Paolini e poi con lo stesso
Balasso). Sullo schermo che scende a chiudere la scena passano infatti
suggestive immagini d’archivio: volti, alberi, carrozze, foto d’epoca si
sovrappongono e s’inseguono in dissolvenze pastellate, mentre una voce
fuoricampo scandisce l’evocazione di quanto accaduto negli anni precedenti alla
stessa data prevista per l’impresa di Rachel: 21 giugno».
ELFO
PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano | MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:00 - Info e
prenotazioni 02/0066.06.06 - www.elfo.org – PREZZI: Intero 32.50 € - Martedì
21.50 € - Ridotto giovani e anziani 17 €
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