DI TRENI, SCAMBI E PASSAGGI A LIVELLO
di Alessio “Sfiggy” Bolognesi
a cura di Irene Finiguerra
BI-BOx Art Space
18.03.2016 │ 24.04.2016
Inaugurazione venerdì 18 marzo alle 18.30
È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi: mentre chiudi la porta
alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre prateria sconfinata e il
treno è una lunga promessa. Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una
gabbia senz’aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove.
(Oriana Fallaci)
Alessio Bolognesi nella mostra Di treni, scambi e passaggi a
livello ci invita a salire su un treno, il suo treno, il suo viaggio e la
sua arte. Il treno è stato fonte di grande ispirazione per la creazione delle
sue ultime opere. L'alter ego dell'artista è Sfiggy, un pupazzo dalle mille
vite, distrutto e poi ricucito, dallo sguardo ironico sulla realtà, ma mai
superficiale, sempre profondo e sagace. Come scrive l'artista : “C'è un
esserino piccolo, bianco, pieno di cicatrici, un po' buffo là fuori. Sfiggy lo
chiamano…forse perché è Sfigato? Ma chi è questo Sfiggy? Sfiggy è un (anti)eroe
del suo tempo ma è senza tempo, non appartiene a nessuna epoca ed appartiene a
tutte. Sfiggy è icona di sé stesso in qualsiasi epoca. Sfiggy è me ed è tutti
noi. E' la nostra parte che vuole restare bambina per continuare a stupirsi
della vita, affrontandola però con la consapevolezza e le responsabilità di un
adulto”.
Sfiggy negli anni è cresciuto, ha avuto molte esperienze, positive e
negative. Ora, arrivato a questo punto, decide di prendere un biglietto del
treno e partire. Non vuole perderlo, ma con convinzione ci sale sopra. È
arrivata l'ora di partire, di esplorare il mondo e di relazionarsi con persone
e culture nuove. Poteva scegliere altri mezzi per iniziare il suo lungo
viaggio, ma sceglie proprio questo mezzo, perché può guardare i paesaggi che
attraversa, osservare i suoi compagni di viaggio, inventare storie sui
passeggeri e con alcuni anche interloquire. I binari del treno hanno un
percorso prestabilito, ma si possono incontrare bivi e scambi, così come nella
vita: scelte prese, giuste o sbagliate, oppure ci si lascia trasportare senza
chiedersi quale sia la meta, senza farsi troppe domande.
Il treno di Alessio Bolognesi è rappresentato nella grande opera, dal
titolo “Doppler”, che, con l'effetto doppler, viene visto in movimento, non
nella sua interezza, ma a frammenti, proprio come Sfiggy coglie la vita: la
vede in velocità, capisce l'insieme ma non riesce a incastrare tutti gli
elementi in sequenza.
Nell'installazione “Fuori orientamento”, formata da 6 lavori su
vecchie carte del catasto del XIX secolo, vediamo Sfiggy a spasso tra i continenti. Sorregge monumenti, gioca con
loro come fossero birilli in mano ad un giocoliere, li fa roteare e li
capovolge, li mescola, vecchio con moderno, natura con architettura. Così
nell'Africa vediamo l'albero sacro, il baobab, che sorregge abitazioni di
indigeni affinché le culture autoctone possano convivere con la modernità
rappresentata dalle costruzioni della nuova Africa. In Oceania l’Ayers Rock
sorregge in bilico strutture architettoniche moderne, come il Sidney Opera
House, insieme a sculture antichissime come gli enormi volti dell’Isola di
Pasqua. Al centro dell'installazione “Fuori orientamento” c'è una bussola che
non può funzionare perché in posizione non parallela al suolo. Non riesce a
trovare il nord, il punto di riferimento, ma gira a vuoto. Sfiggy viaggia,
conosce culture a lui sconosciute, e il treno lo porta indietro nel tempo,
quando per attraversare i continenti c'era solo il treno, lungo bruco che
collega distanze incolmabili.
Nella serie sui treni, questi
si moltiplicano, si sommano, si snodano in grovigli. Non riescono più a restare
imbrigliati e costretti sui loro binari, così si pongono in bilico, come sospesi.
Sfiggy si perde in questi viluppi, è sperso tra i vagoni. Dopo tanti viaggi
smarrisce il senso del viaggio e gira a vuoto, su se stesso, senza meta e senza
senso. Ogni tanto un treno incontra un semaforo ma ormai neanche questi
avvertimenti lo fermano. È in movimento e non si vuole più arrestare.
Nell'opera “Uroboro Train” il treno viene inghiottito in un vortice
creato dal Uroboro, il serpente che si mangia la coda, simbolo di ciclicità e
rigenerazione. Il viaggio di Sfiggy è arrivato al capolinea, è più ricco di
prima, rafforzato delle nuove esperienze vissute, con gli occhi pieni di
paesaggi mozzafiato e con la mente colma di storie da raccontare e di incontri
inaspettati.
BI-BOx Art Space
Via Italia, 39
13900 Biella
info.bibox@gmail.com
+39 349 7252121
www.bi-boxartspace.com
Orari: giov. ven. dom. dalle 16 alle 19
sab. dalle 10 alle 12 e
dalle 16 alle 19
o su appuntamento
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