"Acrofobia_dissacranti
vertigini" è un bando promosso dalla
CoArt gallery di Corato e rivolto ad
artisti emergenti, la cui finalità è la realizzazione di una mostra collettiva curata da Alexander
Larrarte e Giuliana Schiavone e patrocinata dal Comune di Corato e da La
Gazzetta del Mezzogiorno, che si svolgerà dal 29 giugno all'8 luglio, all'interno della suggestiva cornice
dell'ex Chiesa San Francesco, in via Carmine a Corato (Ba).
L'obiettivo dell'iniziativa è promuovere giovani
artisti, creando un momento di confronto e aggregazione attraverso
l'esposizione di opere edite o inedite, ispirate alla tematica del sacro e alla
sua attuale valenza o ribaltamento semantico, al suo ruolo nell'ambito del
momento storico e culturale attuale. Da
qui il sottotitolo dissacranti vertigini,
riferito all'effetto di straniamento che la dimensione iconografica e
concettuale del sacro può ricreare all'interno di una società in continua
trasformazione.
Quella del sacro è una dimensione costante, che
accompagna l'esistenza umana in ogni epoca e luogo, una componente che affida all'arte
la sua espressione più autentica sin dall'epoca primitiva e che nella società
occidentale ha coinciso per secoli con l'espressione di una fede esclusiva e
legata al cosiddetto homo religiosus,
di cui parla Cicerone nel suo "De natura deorum". Ma cosa accade quando in seguito
all'allentamento di questa secolare fusione provocata dalle trasformazioni del
contesto culturale, è proprio quest'ultimo a orientare tutte le operarazioni di
assegnazione semantica alle immagini e ai simboli della trascendenza, ai loro
ruoli e alla loro interpretazione?
Nel percorso di ritracciamento dei campi concettuali
del sacro, di quali valori aggiuntivi si carica l'originario Qadosh della tradizione ebraica, in cui
la sacralità di qualcosa o qualcuno coincide con la sua funzione, quali ne
perde? Cosa è sacro e cosa non lo è?
Dov'è il crinale labile e mutevole tra sacro
e dissacrante? Appunto, una
risposta potrebbe celarsi nella funzione e nella reazione emotiva che il sacro
ancora suscita.
Una riflessione attorno al "quid" che spiritualizza l'oggetto elevandolo
al rango di parola visiva della trascendenza.
Dal senso di sacro tradizionale, monito visivo di
insegnamenti scritti, cristallizzato negli anfratti dei dogmi, degli scrigni
architettonici della santità e dalle
interpretazioni dominanti, l’uomo contemporaneo prende le distanze attraverso
il ripensamento della sua relazione
primigenia, soggettiva con la divinità.
Nella poliforme e caledoscopica
liturgia del postmoderno la sacralità assomiglia dunque a un concetto tangibile
e trasgredibile, e per nulla statico o assoluto, non più espressione di
un'ideologia monolitica ma che incrocia, accoglie il disorientamento dell'uomo
moderno, guarda alle culture passate, all'oriente e irrompe nel campo della
quotidianità, dialogando coi suoi oggetti e paradigmi concettuali.
Svincolata strictu
sensi dall'espressione di una religione dominante, la sacralità si
riappropria della sua componente umana, e nella sua traduzione artistica
diviene per questo suscettibile ad essere percepita come "dissacrante
vertigine", in controtendenza rispetto ai suoi esordi d'uso, in una
dimensione più raccolta e psichica.
La questione attorno al sacro è sempre aperta e
accompagnata da movimenti psicologici ed emotivi. Non era stata la stessa
incursione dell'iconografia nei territori della sacralità a destare reazioni di
disorientamento e vertigine emotiva? Contro l’uso delle
immagini e contro la prassi idolatra
d’Israele, l'apostolo Paolo scrive:
«Hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in
immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, e d’uccelli e di
quadrupedi e di rettili» (Rm 1,23).
La selezione degli artisti avviene secondo il seguente
bando di partecipazione. La giuria
sarà composta da:
- Alexander Larrarte, curatore indipendente
- Giuliana Schiavone, curatore indipendente
- Ruggero Maggi, artista e direttore del Milan Art
Center
- Gianpaolo Balsamo, giornalista de "La Gazzetta
del Mezzogiorno"
Per scaricare il bando: http://www.galleriacoart.it/bandoAcrofobia.pdf
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