Marla Lombardo | Sospesa. In silenzio, 2012 |
Marla
Lombardo, eclettica, visionaria, sensibile, invaghita della sua terra natale,
la Sicilia, ama stupire con i suoi turbamenti dell’anima.
Il risultato è
un’arte di stati d’animo e di poetica dell’immagine.
Le sue
opere fotografiche sono frutto di un delicato lavoro di “Art Therapy”,
intrapreso con la consapevolezza di svelare ed illuminare zone d’ombra che alle
volte attanagliano e rendono silenti i complessi labirinti della mente.
I suoi
scatti fotografici, la maggior parte autoritratti dell’artista, sono
testimonianza di una lotta tra identità e indeterminatezza, tra coscienza e
inconscio, tra ordine e caos, tra anelito all’in-conoscenza e affermazione del
proprio ego creativo.
Conflittualità
che connota una particolare situazione emotiva e geografia spirituale e che non
sapremmo definire meglio se non usando le parole di Kandinsky:
“L’anima si sta svegliando, ma si sente
ancora in preda all’incubo. Intravede solo una debole luce, come un punto in un
immenso cerchio nero. E’ un presentimento che non ha il coraggio di
approfondire, per paura che la luce sia un sogno e il cerchio nero la realtà”.
Sondandone
le lacerazioni più oscure, i desideri più inappagati, la fotografia diventa
strumento di conoscenza interiore, di esplorazione e ridefinizione di identità,
per predisporre lo spirito a lasciar cadere lo sguardo sulle cose non per
possederle, ma per trasfigurarle, cogliendone la bellezza più profonda.
“La mia arte è come un viaggio all’interno
della mia mente – sottolinea l’artista
– per mettere a nudo la mia coscienza, che nella sua incrollabile
determinatezza presenzia alla propria celebrazione senza esistere, al di là
della propria storia, al di là della propria immagine riflessa, catturata e
consumata”.
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