18 - 22 aprile, sala Fassbinder, Elfo
Puccini
APOCALISSE
di Niccolò Ammaniti
con il contributo di Antonio
Manzini
regia Giorgio Gallione
con Ugo Dighero
scene e costumi Lorenza
Gioberti
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro
dell’Archivolto
lo spettacolo è
inserito nel programma di Ritorni al Futuro del Comune di Milano
L’Apocalisse, senza
trombe del giudizio ad annunciarla, è arrivata! Dai racconti di Niccolò Ammaniti
una parodia a tinte fosche e grottesche della nostra società.
I racconti di Niccolò Ammaniti
sono commedie grottesche, al limite dell'inverosimile, che utilizzano spesso un
linguaggio senza ipocrisie, duro, spudorato e vorace; vicende paradossali dove
il delirio comico e l'immaginario sfrenato convivono ed esplodono sulla pagina.
Apocalisse monta e
incrocia in palcoscenico due racconti scritti in tempi molto diversi: Lo zoologo (tratto da Fango) e Sei il mio tesoro (nel volume Crimini).
Queste due storie si innestano nella vicenda di un uomo colpito da un morbo
misterioso contratto con l'avvicinarsi di una sorta di Apocalisse globale,
arrivata senza trombe del giudizio ad annunciarla. Ma ormai per lui e - teme -
per tutti, qualsiasi processo biologico provoca disagio, dolore: dal camminare
alla crescita della barba, dal sorridere al fare all’amore. Allora, barricato
in una devastata casa/hangar, con le ultime forze scrive e racconta storie
simbolo di questo progressivo disfacimento dell'umanità e del mondo. Vengono
così evocati sulla scena zombie che prendono la laurea e folli chirurghi plastici,
poliziotti antidroga dal grilletto facile, ultras demenziali e violenti,
cabarettisti cialtroni e starlette
formose dal dubbio talento.
Ne viene fuori uno
spettacolo che è una perfida parodia di una società alla deriva, un po'
operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo
dell’Apocalisse le favole sono cambiate e «nella bocca dei poeti anche la
bellezza è terribile».
In Apocalisse i testi di Ammaniti e la regia consentono a Dighero di
esprimere il massimo, passando attraverso diversi personaggi e accompagnando il
tutto con una fisicità interpretativa ai limiti dello sfoggio atletico, da gran
saltimbanco della gestualità, oltre che della parola. Silvana
Zanovello, Il Secolo
La grande abilità del
regista, con il contributo determinante dell’attore Ugo Dighero, è di avere
collegato le due storie in modo da ricavarne un unico quadro, coerente e
terribile a un tempo. Uno spettacolo che tocca tutte le corde della
rappresentazione teatrale, dalla comicità al dramma, dal virtuosismo fisico
alla modulazione della recitazione. Il risultato è ottimo. Umberto
Rossi, Cinema e Teatro
Ugo Dighero, volto noto al
pubblico televisivo per la sua partecipazione a trasmissioni e fiction
televisive – da Mai dire Gol ai Ris a Un medico in famiglia – è un attore di solida formazione teatrale.
Diplomato alla Scuola di recitazione dello Stabile di Genova, ha dato vita
insieme a Maurizio Crozza, Carla Signoris, Marcello Cesena e Ugo Pirovano ai
Broncoviz, protagonisti per diversi anni degli spettacoli del Teatro
dell’Archivolto. Una volta terminata l’esperienza Broncoviz, Dighero ha
continuato a collaborare con l’ensemble diretto da Giorgio Gallione, prendendo
parte in tempi recenti a spettacoli come Italiani,
italieni, italioti (insieme alla Banda Osiris), La nonna e Ciò che vide il
maggiordomo (coprodotti dall’Archivolto con il Teatro Stabile di Genova).
Tra i suoi ultimi spettacoli teatrali: Servo
per due di Richard Bean, diretto e interpretato da Pierfrancesco Favino, Il matrimonio del Signor Mississippi di
Frederick Durrenmatt, diretto da Marco Sciaccaluga e prodotto dal Teatro
Stabile di Genova (2015).
ELFO PUCCINI, SALA Fassbinder, corso Buenos Aires, 33,
Milano
Lun/ven ore 20.30 -
Intero 30.50 € - Ridotto 16 € - Martedì 20 €
Info e prenotazioni:
tel. 02.0066.06.06 -www.elfo.org
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