Photographer Credits Roberto Cosentino
Una personalità curiosa mai banale, appassionata della vita,
dell’arte, delle cose vere. Una cosa è certa: Ama le sfide. Per lei
l’accettazione del rischio è una vera e propria sferzata di vita.
Lei è una fotografa che esprime nella sua arte tutta se stessa,
che non smette mai di interrogarsi, alla continua ricerca della verità, anche
se imprecisa, anche se imperfetta ma pura.
Lei cerca momenti, quelli che vorremmo fermare per sempre,
quelli da ritrovare, anni dopo, in un cassetto per sorridere e ricordare.
La sua Arte propone una riflessione profonda sul genere umano,
attraverso progetti fotografici portatori di messaggi tendenti
all’andare oltre l’apparenza per varcare le soglie dell’essere che vive nel
tempo, verso il suo al di là, il suo altrimenti.
Come con il suo ultimo progetto fotografico “Doppia Luce” in cui
fa visita a musicisti, attrici, poeti e pone due semplici, terrificanti
domande: chi sei e cosa fai.
Alla prima risponde uno scatto, alla seconda le parole
dell’ospite.
Rigorosamente in pellicola, in bianco e nero, “Doppia Luce” è
molto di più di un semplice attimo catturato, uno sguardo personale sulla vita.
Nelle sue parole: “Doppia Luce è una scommessa. Doppia Luce è un
atto di fiducia.”
Io, invece, guardando tutti i suoi scatti ritratti, preferisco
parlare di “confessione”, perché in fondo noi siamo ciò che temiamo di
apparire.
Valentina Tamborra è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine
Valentina Tamborra è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine
Valentina artisti si nasce o
si diventa?
Artista è un termine
che mi fa paura. In ogni caso diffido da chi sostiene di esser nato per…
Quando hai cominciato ad
approcciarti all'Arte, qual è stata la spinta per cominciare?
Un bisogno. Volevo raccontare:
quello che vedevo, quello che sentivo, le cose che mi emozionavano. Sentivo di
volerlo condividere. Confrontarmi con il mondo, darne la mia visione, conoscere
quella degli altri.
Come mai ha scelto come
mezzo espressivo la fotografia? Perché ti sei avvicinata a questo linguaggio?
Perché ci sono immagini
che sfuggono, momenti perfetti che vorremmo conservare per sempre. La
fotografia permette di farlo, se si è fortunati. Fotografo per non dimenticare.
Se io dico “Doppia Luce”, tu
dici…
Ricerca dell’identità,
della verità. Doppia Luce è una scommessa, un atto di fiducia. Incontro il
personaggio per scoprire la persona. Due le foto, due le domande: chi sei –
cosa fai. Alla prima si risponde facilmente, sono tutti volti noti: cantanti,
attori, giornalisti, chef…. Ma ciò che siamo
è ciò che facciamo? L’identità è più che
un nome e un cognome, è più di un mestiere. E’ questo che tento di svelare, di
raccontare. Se ci riesco? Sta a voi giudicare.
Secondo te, cosa ci
definisce? Ciò che siamo o ciò che facciamo?
Giunta quasi alla fine
del mio progetto posso dirti ciò che siamo è ciò che facciamo. Non so se è
perché ho “scelto” le persone giuste (posto che in un ritratto ci si mette in
gioco entrambi, io scatto la foto ma il soggetto mi regala una parte di sé) ma
in ogni caso in ognuna delle persone che ho ritratto e intervistato ho trovato
una profonda verità. Un mettersi a nudo completamente. Le persone più vere sono
quelle che mettono se stesse in gioco, completamente, senza sotterfugi.
Doppia Luce, Andy Fluon - musicista/pittore |
Doppia Luce, Tom porta - pittore |
Doppia Luce, Sara Loreni - Cantautrice |
Doppia Luce, Leonardo Coen - scrittore e giornalista |
Chi riconosci come tuoi
simili?
Chi non smette di
interrogarsi, mai. Quelli che si mettono in dubbio, che sono alla ricerca. I
curiosi insomma.
Quali sono state le tue
collaborazioni più importanti?
Mi occupo
principalmente di ritrattistica e reportage, quindi più che collaborazioni
parlerei di incontri: per esempio ho avuto la fortuna di scattare
l’allestimento della bellissima mostra su “Valentina” di Crepax a Roma. Ho poi
collaborato con il progetto “Ti aspetto fuori” in carcere, a Opera. Ho scattato
le foto ai detenuti mentre provavano lo spettacolo che di lì ad un anno sarebbe
finito sul palco del mitico Zelig. Emozioni fortissime.
Come giudichi il Paese
ITALIA in genere?
“Natio borgo selvaggio”.
Amo il mio paese d’origine pur riconoscendone i limiti. A saperlo godere, a
saperlo sfruttare ha da offrire tantissimo. E’ pur sempre la culla del
Rinascimento no?
E a Milano, dove vivi e
lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Milano si sta
risvegliando dopo un lungo sonno. E’ una città che sta vivendo una nuova
primavera.
Cosa accadrà in futuro? Cosa
è scritto nell’agenda di Valentina?
Eheheheh al momento sto
programmando una mostra sul mio progetto “Doppia Luce”, e ho in cantiere altre
idee ma è presto per parlarne. Come si dice “chi va piano va sano e lontano”?
Tre aggettivi che ti
rappresentano, o ti definiscono.
Curiosa, vorace, appassionata
Qual è il tuo motto?
Ad maiora. Semper!
Photographer Credits MARCO ALFREDO BRESSAN |
Photographer Credits MARCO ALFREDO BRESSAN |
Ed il tuo vizio preferito? O
hai solo virtù?
Ovviamente virtù.
Scherzi a parte i vizi possono essere tranquillamente virtù, almeno quando
sappiamo dominarli.
Che cosa ami di più?
La gente. Anche quando
non mi piace, non potrei farne senza. Come un vampiro, mi nutro di vite altrui.
Qual è la tua più grande
paura?
La morte. Ma non perché
temo l’ignoto, solo perché amo vivere. Finchè sei vivo puoi scoprire cose, fare
cose. Passiamo su questa terra per lasciare un segno, no? È il nostro vero
unico dovere. Non sprecare tempo.
Che cos’è per te “Essere
Creativo”? Perché crei? Cosa ti spinge a dar forma ai tuoi pensieri ed alle tue
emozioni?
Essere creativo
significa rispondere a un bisogno, ad un’urgenza. Creare, condividere, è
qualcosa di cui non posso farne a meno.
Cosa fa Valentina quando non
è un “Fotografo”? Come trascorri i tuoi
giorni, e, soprattutto, le tue notti?
Osservo il mondo, incontro persone, luoghi,
situazioni. Di notte, finalmente, cesso l’esercizio del pensiero. Mi spengo e
ogni tanto, credimi, è una benedizione.
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