4 - 17 aprile, Elfo Puccini (Milano)
10 – 15 maggio, Teatro India (Roma)
Rosso
di John Logan traduzione di Matteo Colombo
regia, scene e
costumi di Francesco Frongia
con
Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña
luci
di Nando Frigerio
produzione
Teatro dell'Elfo
Uno dei successi più sorprendenti del
Teatro dell'Elfo: tra il 2012 e il 2013 a Milano e in tournée ventimila
spettatori hanno applaudito Rosso. A
grande richiesta torna in scena all'Elfo Puccini.
Red negli Stati
Uniti era stato un caso: dopo il successo al Golden Theater di Brodway e al
Donmar Warehouse di Londra, si era aggiudicato 6 Tony Award nel 2010. John
Logan è noto come sceneggiatore di molti capolavori cinematografici: dai film
di Scorsese The Aviator (soggetto e
sceneggiatura) e Hugo Cabret
(nomination per l'Oscar 2012), a Sweeney
Todd di Tim Burton fino agli ultimi due episodi di 007, Skyfall e Spectre, diretti da Sam Mendes.
La pièce è ispirata alla biografia del
pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto, che alla
fine degli anni Cinquanta ottenne la più ricca commissione della storia
dell’arte moderna, una serie di murali per il ristorante Four Season di New
York. Puntando i riflettori proprio su
quel periodo, Rosso mette in scena lo
scontro tra generazioni di artisti: tra Rothko, un uomo maturo che fa i conti
con se stesso, e Ken, giovane allievo alla ricerca di un "padre". «Il
figlio deve scacciare il padre. Rispettarlo, certo, ma anche ucciderlo» -
sostiene Rothko ripercorrendo la propria storia - «Abbiamo distrutto il
cubismo, io e de Kooning e Barnett Newman». Dopo due anni di lavoro febbrile
per realizzare i dipinti murali, sarà inevitabilmente Ken a mettere in
discussione il maestro in uno scontro teso e feroce che lo spinge alla scelta
radicale (ma intimamente coerente) di disattendere gli impegni con il Four
Season.
DALLA
RASSEGNA STAMPA
Firmato da uno che lavora per il
cinema, e si sente, ma che conosce bene anche l'arte del dialogo teatrale (e le
sue furbizie). Buon punto di partenza, ma non sufficiente a garantire la
riuscita dello spettacolo. Cosa che invece accade a questa versione diretta con
puntuale intelligenza da Francesco Frongia. Sua anche la scena che ricostruisce
con amorevole cura lo studio di Rothko: le grandi tele che fanno esplodere il
rosso, l'amaranto e la voragine del nero, i pennelli, il giradischi, i
pastelli, gli schizzi, i cavalletti.
Il resto lo fa Bruni, a suo agio nel
ruolo, un Rothko arrogante e irrequieto, sprezzante e fragile, perché «è una
tragedia diventare irrilevanti quando si è ancora vivi». Teorizza, pontifica,
dissacra, si tormenta combattuto tra mercato e sacralità dell'arte. Andy Warhol
e compari lo incalzano alle spalle e nel confronto con Ken si consuma il
conflitto tra generazioni. Feroce, perché i figli devono uccidere i padri, ma
non necessariamente destinato al fallimento. Come dimostra un finale che riesce
anche a commuovere, a chiusura di uno spettacolo cavalcato da Bruni (e dal suo
giovane compagno) con agilità, precisione e il tocco sensibile di chi sa fare
del teatro una festa del pensiero senza essere saccente e dell'emozione senza
essere retorico.
Sara Chiappori, la Repubblica
Serrato, intenso e anche spiritoso
com'è, si avvale di un'eccellente regia di Francesco Frongia, autore anche di
scena e costumi, coronata dalla superba interpretazione di Ferdinando Bruni,
adeguatamente coadiuvato da Alejandro Bruni Ocaña. Il successo incondizionato
della serata dimostra, quando c'è la qualità, la disponibilità del pubblico
davanti a proposte meno scontate di quelle consuete ai nostri prudenti
cartelloni. Il Teatro dell'Elfo compie così un altro passo lungo questa
benemerita strada.
Masolino D’Amico, La Stampa
È soprattutto lo spettacolo messo in
scena da Francesco Frongia a catturare e provocare lo spettatore facendolo
entrare dentro il gesto dell’artista, il vero protagonista di questa grande
storia di cui Ferdinando Bruni (che è pittore di suo) è interprete di rara
profondità e incisività, bene affiancato da Alejandro Bruni Ocafia. Il momento
in cui i due cominciano a “gettare” il rosso sulla tela candida vale più di
tante parole.
Maria Grazia Gregori, l’Unità
Elfo
Puccini, sala Fassbinder corso Buenos Aires, 33, Milano
Da lunedì 4
a domenica 17 aprile, feriali ore 20.30, festivi ore 16.00 (lunedì 11 aprile
riposo)
Intero 30.50 € - Ridotto 16 € -
Martedì 20 €
Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org
In occasione delle repliche dello
spettacolo Rosso, gli spazi dell’Elfo
Puccini rinnovano il legame con le arti visive ospitando due mostre
FOYER SALA
FASSBINDER | 4 - 17 APRILE
L'ALTRO SGUARDO
Fotogrammi di Pietro Bologna
La mostra sarà
visitabile un'ora prima dell'inizio di Rosso.
Inaugurazione: 4 aprile
ore 19.30. Incursioni sonore di Nino Locatelli
I fotogrammi di Pietro Bologna, raccolti nel progetto L’ALTRO
SGUARDO, vengono esposti nel foyer della sala Fassbinder: “un progetto che
appartiene all'oscurità. Sono stratificazioni di nero ottenute da frammenti di
carta sovrapposti. Due anni di ricerca, di carte utili al lavoro e del giusto
momento. Nel silenzio luminoso di cinque giorni trascorsi in camera oscura il
progetto si è formalizzato, spontaneamente”. (cfr. pietrobologna.it).
ATELIER
ELFO PUCCINI | 8 – 12 APRILE
INFRAROSSO
un'interazione tra arti
visive e teatro
Inaugurazione: venerdì 8 aprile ore 19.30
Artisti: Alessandro Cardinale, Romeo Castellucci, Pierluca Cetera,
Alessio De Girolamo, Giovanni Gaggia, Cristina Gori, Vincenzo Marsiglia,
Gianluca Panareo.
Curatore: Gaia Pasi
Organizzazine: Galleria Zak
Date: 9 – 12 aprile
Orari di apertura: sabato dalle 18,30 / domenica dalle 14,30 /
lunedì dalle 20,00
La Galleria ZAk di Monteriggioni (Siena) in occasione di MiArt,
fiera internazionale d'arte propone nello spazio Atelier del teatro Infrarosso.
Forme d'arte che si ibridano e potenziano a vicenda andando a creare un unicum
nel panorama di una fiera internazionale, in cui solitamente l'arte teatrale
non trova posto. Vede coinvolti 8 artisti tra i più interessanti e coraggiosi
dell'attuale panorama nazionale.
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