Daniele Aliffi, fotografo siracusano, ha convissuto con la macchina fotografica gran parte della sua vita,
reporter per varie testate giornalistiche locali già dagli anni 80 ha immortalato eventi e fatti di cronaca della
città per più di vent’anni. Le foto in mostra non sono però quelle del professionista reporter, bensì quelle del
fotografo appassionato del suo mestiere. Sono gli scatti che istintivamente un fotografo realizza quando
l’attimo è stato già colto dal cervello prima ancora dell’apparecchio fotografico e a volte ancor prima che
accada, in una sorta di visione premonitrice.
Reporter per passione, si sceglie questo mestiere normalmente per caso. Un mestiere in cui ci si trova dentro
quasi sempre a partire dall'entusiasmo consapevole di saper usare una macchina fotografica, per farne un
lavoro, per tirarci fuori quei pochi soldi che poi finiranno in costosi obiettivi e corpi macchina
tecnologicamente avanzati. Gli anni '80, il periodo in cui sono state realizzate le foto in mostra, erano ancora
gli anni dell'analogico e il fotografo di giornale doveva, allora obbligatoriamente, barcamenarsi tra gli sviluppi
delle pellicole e le bacinelle della personale Camera Oscura. Non c'era allora tecnologie “smart” da utilizzare
per inviare in redazione, in tempo reale, le immagini da pubblicare e non c'era soprattutto il computer per
aggiustare, schiarire, scurire raddrizzare e rendere insomma accettabile una foto partita male. Negli anni '80
tutto questo era ancora pura fantascienza.
O si era bravi o nisba. O si coglieva l'attimo (con cognizione di causa e riflessi prontissimi) o quell'attimo si era
perso per sempre. Soprattutto si era persa la possibilità di vendere la foto o le foto che per qualche motivo
(fatalità) non erano "riuscite", vanificando spesso intere giornate di lavoro. Erano i rischi del mestiere, ma era
soprattutto la sfida da affrontare giorno dopo giorno. Non solo per i fotoreporter. Tutti i fotografi si
misuravano in questa sfida, da quelli che si dedicavano ai matrimoni a quelli che eseguivano ritratti in studio. Il
controllo doveva essere totale e la concentrazione massima, guai se non si agganciava bene il rullino al
caricatore e guai se non si avevano con sé rullini a sufficienza.
Una lotta contro il tempo e l'imponderabile dove però qualcosa accadeva di tanto in tanto fuori dalla routine,
e così mentre l'onorevole di turno proclamava ad alta voce le solenni bufale di turno, poteva accadere
qualcos'altro che con l'onorevole non c'entrava niente, proprio lì, in quel momento, ma era qualcosa che il
fotografo (per passione) non avrebbe mai tralasciato, avendo tra le mani lo strumento per registrare la poesia
di un altro evento, più vero e importante dei discorsi degli onorevoli. Sono queste le fotografie di Aliffi che
Fototeca Siracusana propone in questa minima mostra di poesie visive, in cui il reporter narra la sua città con il
linguaggio della fotografia e Aliffi lo fa con la chiara serenità che lo contraddistingue, senza artifici e fastosità,
raccontando semplicemente la storia di una città come tante in cui persone come tante vivono la loro vita cheprorpio perchè come tante altre nessuno racconta, tranne il fotografo che ne sa cogliere il valore e
l'importanza per mostrare al mondo (o a sé stesso) la meravigliosa esperienza della normalità.
(Gino Carpi)
FUORI ORARIO
Daniele Aliffi Fotografie
Dal 29 aprile al 19 giugno 2016
Inaugurazione: Venerdì 29 aprile 2016 alle ore 18:30
Presenta l'autore Salvatore Zito, Responsabile Fototeca Siracusana
Galleria Roma - Piazza San Giuseppe, Siracusa
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