Il colore sbava, scivola lento e riga il tuo volto di marmo bianco, perfetto, un graffio innocuo fuori, ma dentro brucia come il fuoco.
Un vulcano di fiamme e cenere, nero come il tuo mascara, esplosivo come la tua rabbia, giustificata, vera e adesso...cieca.
Vorrei poter spegnere con un soffio quel fuoco maledetto, essere il tuo vento e accarezzare il corpo stanco, il tuo involucro fragile.
Sarò qui se vorrai, nel frattempo mi fermo a contemplare i tuoi occhi di sale.
[ G. M. ]
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