Mi gratto. Mi gratto troppo forte, con gli stessi occhi gialli di un lupo affamto punto le mie unghie sul piccolo strato di pelle sofferente e lo azzanno, movimenti agitati, compulsivi, procurano macchie rosse e bruciori. Per ore mi tengo quella macchia sulla pelle, figlia momentanea della mia ingordigia e del mio piacere.
Qualche volta mi chiedo cosa accadrebbe se riuscissi a grattarmi con calma, senza sprecare troppe energie, gustandomi quello strano piacere così piccolo e appagante, penso a cosa accadrebbe se riuscissi a controllare i miei istinti, a imporre la mano o a lasciarla andare solo con la forza della mente...
Credo che la risposta non ci sia, io mi piaccio molto come animale in questa giungla controllata e controllante, in questo mondo di movimenti meccanici e studiati nei minimi particolari per avere un risultato perfetto. Noooooo! Non sono disposto a controllare ogni piccolo fiotto di sangue ribelle, a comportarmi e agitarmi come mi viene detto, come deve essere fatto, a bere da un certo lato del bicchiere, a piangere solo da un occhio, a fare l'amore solo con la testa. Sono innamorato dei miei occhi gialli e dei miei peli sporchi di terra, adoro l'odore ferroso del sangue fresco, lecco le ultime gocce di miele rimaste sotto questo albero non più di legno e foglie, ma di acciaio freddo.
Almeno spero, perchè ho un gran prurito di vivere se è possibile.
[G.M.]
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